1 Maggio, Braga (Pd): “Donne non saranno costrette a conciliare lavoro e vita in casa”
- Redazione
- 30/04/2020
- Donne, Lavoro
- redazioneweb@agenziadire.com
L'emergenza coronavirus non consentirà di "ricominciare a lavorare nello stesso modo in cui lavoravamo prima" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
ROMA – “Questa emergenza ha già cambiato il modo di lavorare di tante, tantissime persone. Ci ha obbligato a riscoprire una forma di lavoro già introdotta nella nostra legislazione del 1998 e che poi, con la riforma Madia la legge 81 del 2017 sul lavoro agile, è stata rafforzata e potenziata. Ma non eravamo pronti“. Chiara Braga, deputata Pd, capogruppo in commissione Ambiente ed Ecomafie, Responsabile nazionale Agenda 2030 e Sostenibilità del Partito Democratico, in un colloquio con la Dire analizza gli aspetti piu’ problematici del mondo del lavoro prossimo venturo: quello che gia’ si affaccia con la fase due e che diventa sempre piu’ complesso mano a mano che passano i giorni.
“Abbiamo da imparare molte cose, da superare molti ritardi e anche da gestire questa nuova forma di lavoro in modo intelligente, per fare in modo che non siano le donne, ad esempio, ad essere costrette a conciliare nello stesso tempo il lavoro e la cura della famiglia e della vita domestica. Saranno sfide importanti da gestire ed accompagnare anche con scelte normative su cui il PD, il Parlamento e il governo stanno già lavorando”, dice Braga.
Ad esempio, osserva, occorre rafforzare “gli strumenti di conciliazione, gli strumenti di incentivazione da parte della pubblica amministrazione del lavoro agile, coprendo anche quegli ostacoli infrastrutturali che rendono difficile per chi abita in aree marginali e nei piccoli comuni, che oggi riscopriamo come luoghi dove vivere in maniera sostenibile”. Occorre, sintetizza la deputata Pd, “un intervento per consentire anche di lavorare ed essere connessi con il resto del mondo“.
L’emergenza coronavirus non consentira’ di “ricominciare a lavorare nello stesso modo in cui lavoravamo prima. Ma abbiamo anche il dovere di farci carico di tutte le preoccupazioni di chi teme per il proprio lavoro, per il proprio futuro. Allora predisporre gli strumenti sulla messa a disposizione degli ammortizzatori sociali, per rispondere anche alle esigenze di chi ha un lavoro precario, instabile, per proteggere il reddito e dare una garanzia di sicurezza a queste persone e queste famiglie: questi sono impegni prioritari per la politica”.
“Possiamo imparare molto da questa emergenza a patto però di non guardarla con le lenti anche della regolazione del mondo del lavoro che abbiamo utilizzato fin qui. Serve capacità di immaginazione, di innovazione, di dare risposte adeguate in tempi rapidi a tutte le persone che vivono questa festa dei lavoratori con qualche preoccupazione in più”.
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