17 maschi e 8 femmine: al liceo Talete di Roma alunni ammessi secondo una ‘percentuale di genere’

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Riporta la notizia Eleonora Mattia, presidente della IX commissione Diritto allo studio e Pari opportunita' del Consiglio regionale del Lazio Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – “E’ inquietante la notizia secondo la quale il prestigioso liceo scientifico Talete di Roma starebbe adottando una nuova modalita’ di selezione per la sezione M, la classe per chi sceglie il percorso “matematico”, dove ragazze e ragazzi saranno ammessi secondo una “percentuale di genere”: 17 maschi e 8 femmine. Si rimane esterrefatti davanti alla riproposizione di stereotipi di genere, contro i quali ci battiamo ogni giorno e a tutti i livelli. Se, poi, questo avviene in una scuola, si resta addirittura sconcertati. Nella mia qualita’ di presidente della IX commissione Diritto allo studio e Pari opportunita’ della regione Lazio, convochero’ al piu’ presto in audizione il dirigente scolastico dell’istituto Talete e l’Ufficio regionale scolastico per avere delucidazioni in merito a questa spiacevole sortita, che penalizza le studentesse”. Cosi’ Eleonora Mattia, presidente della IX commissione Diritto allo studio e Pari opportunita’ del Consiglio regionale del Lazio.

“Si dovrebbe comprendere, una volta per tutte, che la costruzione dei ruoli maschili e femminili e’ una processo che si deve sviluppare, a cominciare dai primi anni di vita, in maniera pacifica, senza la demarcazione di differenze, senza la creazione di stereotipi che non solo condizionano l’apprendimento, ma che possono influenzare l’intera esistenza di un individuo. E’ proprio all’interno delle scuole, quale luogo privilegiato, che dobbiamo diffondere politiche di pari opportunita’, senza annullare le differenze, ma evidenziando le peculiarita’ positive- prosegue Mattia- Le eventuali diverse attitudini dei due sessi non possono essere un motivo valido per guardare uomini e donne con occhi diversi, perche’ il rischio e’ quello di generare preconcetti che penalizzano le ragazze rispetto alle possibilita’ professionali. L’infelice scelta sull’ammissione assunta dal vertice dell’Istituto e’ evidentemente frutto di una cultura sbagliata che condiziona il percorso di studi che i nostri ragazzi intraprendono, sfavorendo le opportunita’ professionali delle ragazze, ancora prima di provare ad accedervi. Si ripropone purtroppo un problema di educazione e di rispetto, un pericoloso schema secondo il quale una donna non puo’ godere di opportunita’ pari rispetto a un uomo. Ancora una volta e’ necessario combattere e smantellare una cultura sbagliata, nella speranza che a dominare la vicenda siano buon senso e la consapevolezza comune che, nella scuola prima ancora che in altri luoghi, l’unico criterio di selezione da adottare puo’ essere la meritocrazia e non certo un requisito di genere”, conclude la consigliera.

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