Il 25 aprile di quest'anno ricorre il 76° anniversario della liberazione d'Italia, la Festa della Liberazione d'Italia. La ricorrenza dello scorso anno segnava esattamente i tre quarti di secolo dal 25 aprile 1945 e fu però la prima volta che non venne festeggiata in piazza dal momento che si era in pieno lockdown e nella morsa dell'epidemia. Malgrado ciò, il 25 aprile fu puntualmente celebrato dai balconi d'Italia ancor più orgogliosamente a dispetto della contingenza più drammatica vissuta dopo la seconda guerra mondiale. 

Contingenza che ha vivificato il senso che il 25 aprile non sia il semplice ricordo di un qualche avvenimento del passato: è una data che segna concretamente la storia di tutti nella libertà che ci consente di non vivere sotto il giogo di un'occupazione e di una dittatura, è la pietra fondante di tutte le libertà di cui godiamo e in nome delle quali si è costruita la Repubblica fondata su una Costituzione che le garantisce. 

La storia insegna

Mai come oggi, che ci ritroviamo a fare i conti con la pandemia, quelle libertà – personale (art.13), di circolazione (art.16), di riunione (art.17), di professione religiosa (art.19) – possono essere apprezzate come beni irrinunciabili per tutti i cittadini. E furono conquistate definitivamente il 25 aprile, il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Luigi Longo, Sandro Pertini, Emilio Sereni e Leo Valiani – proclamò l'insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati in Italia dai tedeschi indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia, facenti parte del Corpo Volontari della Libertà, di attaccarne i presidi e imponendogli la resa giorni prima dell'arrivo delle truppe alleate. Quel giorno tanti giovani, donne, lavoratori, intellettuali, di diversi orientamenti politici, si sollevarono a fianco della Resistenza: il 25 aprile divenne la base per un nuovo patto di convivenza civile tanto che in questa data si celebra anche la Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze Armate

Il Clnai emanò dei decreti legislativi assumendo il potere «in nome del popolo italiano e quale delegato del governo italiano». Sandro Pertini, futuro presidente della Repubblica, allora membro di primo piano del Comitato di Liberazione Nazionale, annunciò via radio lo sciopero generale che avrebbe accompagnato l'insurrezione: «Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire». La sera del 25 aprile Benito Mussolini abbandonò Milano in direzione Como. Fu catturato prima di varcare la frontiera; e poi giustiziato dai partigiani il 28 aprile. Entro il 1º maggio tutta l'Italia settentrionale era liberata: Bologna il 21 aprile, Genova il 23 aprile e Venezia il 28 aprile, giorno in cui a Milano si tenne una grande manifestazione in piazza per celebrare la liberazione. Le truppe americane arrivarono in città solo il 1° maggio 1945. 

La Festa del Tricolore

All'indomani della fine della guerra, su istanza del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, il principe Umberto II allora reggente del Regno d'Italia, emanò il 22 aprile 1946 un decreto legislativo luogotenenziale: «A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale». Proclamata la Repubblica, la ricorrenza venne celebrata anche negli anni successivi. Il 27 maggio 1949 con la legge 260 fu istituita stabilmente la festa nazionale. Con il 25 aprile si celebrano anche la Festa del Tricolore e la Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate. Al sacello del Milite Ignoto al Vittoriano di Roma il Presidente della Repubblica e le massime autorità dello Stato depongono una corona d'alloro in perpetua memoria dei caduti e dispersi italiani di tutte le guerre.