3 giugno, la psicologa: “Per i lombardi importante vedere il mare”

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Con la riapertura delle regioni potrebbe emergere il'pregiudizio sul milanese untore'? A parlare e' Silvia Valade', psicologa e consigliera dell'Ordine degli psicologi della Lombardia (Opl) Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – “È evidente nel tessuto sociale un affaticamento, una stanchezza, l’emergere di stati depressivi piuttosto che ansiosi. È come se la popolazione avesse messo a disposizione di questo momento storico la maggior parte delle proprie energie e ci vorrebbero adesso delle buone notizie. In molti stanno aspettando le indicazioni del 3 giugno e un’apertura rappresenterebbe uno step in piu’ rispetto a un ritorno alle nostre abitudini e al poter andare, magari, a rivedere il mare. Una cosa molto importante per noi lombardi“. A parlare alla Dire e’ Silvia Valade’, psicologa e consigliera dell’Ordine degli psicologi della Lombardia (Opl), docente dell’Universita’ degli Studi di Milano-Bicocca, pronta a riflettere sulle possibili ripercussioni che una mancata apertura dei confini regionali potrebbe avere sulla popolazione lombarda.

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“Stiamo affrontando una pandemia senza precedenti- continua Valade’- i cittadini sono stati chiamati a compiere sforzi personali e collettivi importanti. Se le indicazioni del 3 giugno dovessero dirci che non ci potremmo spostare per garantire la nostra sicurezza, nonostante la delusione e la fatica, sara’ un qualcosa che dovremmo accettare. Per quanto difficile possa essere il recepire una notizia del genere– continua l’esponente degli psicologi della Lombardia- dovremmo farci i conti. In questo momento- aggiunge- e’ la salute generale pubblica quella che sta muovendo tutta una serie di indicazioni”.

Le problematiche legate “all’ansia, ai disturbi del sonno e gli affaticamenti generali, che sono stati un po’ i regali di questo lockdown, cominciano adesso a vedersi. Si sono manifestati nella prima fase- ricorda Valade’- tanto che l’Ordine degli psicologi della Lombardia, ma non solo, ha attivato sia la rete dell’emergenza che un numero per iniziare a recepire le prime risposte di difficolta’”.

Nel caso in cui, invece, il tre giugno i lombardi possano ritornare a circolare per l’Italia, potrebbe emergere il ‘pregiudizio sul milanese untore’? “Credo di si- risponde Valade’- ma lo dico uscendo dal ruolo di psicologa e di rappresentante dell’Ordine. Anch’io ho pensato a come potrebbe essere la percezione del milanese che va in giro per l’Italia. Se ci dovessero liberare- afferma la psicologa- significa che ci sono gli elementi per farlo, pero’ se si sentira’ parlare milanese sulle spiagge liguri, toscane, sarde o altro, insomma credo ci sara’ piu’ distanziamento. Durante queste vacanze dovremo farci i conti- ripete- ma se saremo andati in vacanza vorra’ dire che avranno aperto la nostra regione e che, insomma, alcuni cambiamenti in positivo ci saranno stati. Cercheremo di andare avanti a testa alta– conclude- nonostante la parlata lombarda“.

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