A 11 anni dal terremoto L’Aquila di nuovo deserta per l’emergenza Coronavirus

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Nel giorno dell'anniversario nessuna fiaccolata commemorativa, candele accese sui balconi in memoria delle vittime del sisma e del Coronavirus Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – La notte del 6 aprile 2009, alle 3.32, una scossa di terremoto di magnitudo 6.3 distruggeva L’Aquila e toglieva la vita a 309 persone. Undici anni dopo il centro storico faticosamente riconquistato e’ di nuovo deserto, i negozi chiusi, il silenzio spettrale. Il capoluogo d’Abruzzo e’ tornato a essere zona rossa, questa volta insieme al resto d’Italia, a causa dell’emergenza Coronavirus. Passeggiando per le strade della citta’ in questi giorni, si sente solo il rumore dei propri passi e il vento che scuote i teli sulle impalcature dei palazzi ancora feriti. Per strada pochissimi passanti, per lo piu’ accompagnati da cani e muniti di mascherina, attentamente distanti gli uni dagli altri.

La distanza, si’, perche’ questa volta la minaccia non viene da sottoterra, ma si diffonde nell’aria, e gli abbracci, quelli dentro ai quali undici anni fa si poteva trovare momentaneo conforto, ora sono spezzati. Anche riguardo le proprie abitazioni e’ venuta meno ogni certezza: nel 2009 bisognava uscire di casa per sentirsi al sicuro, ora, al contrario, bisogna restarci dentro. Chi lo avrebbe immaginato? Di certo non quei commercianti che con tanta fatica hanno creduto, e credono ancora, nella rinascita della loro citta’, e che, nonostante mille difficolta’, hanno riaperto (o aperto ex novo) un’attivita’ nel centro storico. A loro la vita, di nuovo, ha chiesto di abbassare la saracinesca. Ma l’aquilano, resiliente e cocciuto, non ci sta e sulla porta del suo negozio scrive: “Passerà anche questa”, con l’esperienza di chi sa che sara’ cosi’.

NIENTE FIACCOLATA, L’AQUILA ACCENDE CANDELE PER RICORDARE LE VITTIME DEL SISMA E DEL CORONAVIRUS

A causa della proroga delle misure restrittive per arginare il contagio da Coronavirus quest’anno, la tradizionale fiaccolata per commemorare le 309 vittime che persero la vita durante il terremoto del 2009, non ha avuto luogo. Il Comune ha invitato i cittadini di L’Aquila e di tutta Italia ad accendere una candela sul balcone per ricordare coloro che hanno perso la vita a causa del sisma e del Coronavirus.

Le Istituzioni hanno preso parte a una cerimonia che ha avuto luogo nella notte in piazza Duomo. Presenti solamente il sindaco del capoluogo d’Abruzzo Pierluigi Biondi, il prefetto dell’Aquila, Cinzia Torraco, e il sindaco di Barisciano, Francesco Di Paolo, in rappresentanza dei Comuni del Cratere, che hanno omaggiato le vittime del terremoto nella Cappella della Memoria della Chiesa di S. Maria del Suffragio.

“Nel giorno dell’anniversario desidero rinnovare i sentimenti di vicinanza e solidarieta’ a tutti gli aquilani. A quanti nei paesini e nei borghi limitrofi hanno condiviso sia quei momenti tragici, sia gli affanni della ripartenza. Ai nostri concittadini del Centro Italia che nel volgere di pochi anni si sono ritrovati a vivere drammi analoghi e ora sono impegnati come L’Aquila per restituire a se stessi e l’Italia la pienezza della vita sociale e i valori che provengono dalla loro storia”, Inizia cosi’ il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che il sindaco Biondi ha letto durante la cerimonia. “La ricorrenza di quest’anno si celebra in un contesto eccezionale, determinato da una pericolosa pandemia che siamo chiamati a fronteggiare, con tutta la capacità, la responsabilità la solidarieta’ di cui siamo capaci. Un’emergenza nazionale e globale si è sovrapposta a quell’itinerario di ricostruzione che gli aquilani stanno percorrendo, che ha gia’ prodotto risultati importanti, ma che richiede ancora dedizione, tenacia e lavoro. La ricostruzione de L’Aquila resta una prorita’ e un impegno inderogabile per la Repubblica”, ha aggiunto Mattarella nel suo messaggio.

A seguire si e’ tenuta a porte chiuse la Santa Messa in suffragio delle vittime del sisma, con la lettura dei nomi dei 309 martiri, presieduta dal Cardinale Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo Metropolita dell’Aquila. Al termine della Messa hanno suonato le campane della Chiesa di S. Maria del Suffragio, edificio sacro eretto a ricordo delle vittime del terremoto del 1703. Alle ore 3,32, invece, 309 nuovi rintocchi hanno ricordato le vittime del sisma del 2009.

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