A Padova ricoverato un paziente ustionato al 60%, è positivo al Covid-19

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Il dottor Bruno Azzena, chirurgo plastico e direttore del Centro Grandi Ustionati dell'Ospedale di Padova, spiega: "L'assistenza per questa persona e' doppiamente complessa" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – È ricoverata nel reparto grandi ustioni dell’Ospedale di Padova, dopo essere stata vittima di un incidente domestico, una persona risultata positiva al Covid-19.

“Il nostro protocollo prevede per i pazienti ustionati l’esecuzione del test all’accoglimento”, fa sapere all’agenzia Dire il dottor Bruno Azzena, chirurgo plastico e direttore del Centro Grandi Ustionati dell’Ospedale di Padova, che poi racconta: “Si tratta di una persona di mezza eta’ con un’ustione che puo’ essere calcolata in una percentuale estesa intorno al 60%. L’assistenza per questa persona e’ doppiamente complessa, perche’ ad un’ustione importante si aggiunge il Covid”.

Un paziente ustionato ha gia’ di per se’ il rischio di avere complicanze respiratorie e a questo “potrebbe sovrapporsi lo sviluppo di un complesso quadro polmonare legato al virus- prosegue il medico- In questo momento ovviamente la sua prognosi e’ riservata“.

Il paziente, vista la condizione, richiede ai sanitari che lo hanno in cura delle attenzioni in piu’. “Avra’ particolare necessita’ di un importante sostegno del sistema immunitario- spiega Azzena- ma questo e’ un aspetto a cui siamo abituati, perche’ normalmente i pazienti ustionati hanno una complessita’ di patologia che richiede dei trattamenti molto specifici”.
Per il momento sul paziente e’ stato avviato un trattamento farmacologico e chirurgico, lo stesso utilizzato “anche per altri pazienti con ustioni di questa estensione- spiega il direttore del Centro Grandi Ustionati dell’Ospedale di Padova- Valuteremo l’evoluzione del suo quadro clinico e si potranno prevedere quei trattamenti per il Covid, che come sappiamo sono pero’ ancora in fase sperimentale”.

In merito al ruolo delle nuove biotecnologie nel trattamento dei pazienti ustionati, soprattutto in occasioni di emergenze sanitarie come quella in corso, Azzena ha poi commentato: “Noi guardiamo sempre verso gli orizzonti della medicina e della chirurgia rigenerativa, perche’ abbiamo l’obbligo di riuscire a ricostituire un organo leso, la cute, di cui spesso si sottovaluta l’importanza. Non sempre si pensa a quanto questo organo sia estremamente complesso e necessario per la vita. Perche’ se si perde una grande estensione di cute e non si riesce a ricostruirla, purtroppo, non si riesce a sopravvivere. Quindi lo sforzo della ricerca e’ quello di riuscire a dare al chirurgo gli ‘strumenti’ per ricostituire tale organo”.

In vista delle festivita’ pasquali, infine, Azzena ha voluto lanciare un messaggio sull’utilizzo di disinfettanti domestici: “Vanno bene i picnic all’aria aperta nel giardino di casa, ma serve prudenza nell’accendere il fuoco, perche’ spruzzare l’alcol e’ molto pericoloso. L’alcol va tenuto lontano da fonti di calore e va utilizzato con cautela per disinfettare solo quello che viene consigliato. È molto infiammabile e un uso improprio, fatto magari soprappensiero, puo’ essere molto pericoloso. In questo periodo siamo costretti a rimanere a casa e da esperti del settore sappiamo che questo potrebbe determinare un aumento degli incidenti domestici con ustione da fuoco. Come Societa’ Italiana delle Ustioni abbiamo lanciato un avvertimento: attenzione a liberalizzare l’uso dell’alcol denaturato, il cosiddetto disinfettante, perche’ e’ all’origine di molte ustioni divenute poi mortali. Serve sempre molto attenzione da questo punto di vista, per esempio chi possiede una bottiglia potrebbe almeno diluirne il contenuto con un 30% di acqua in modo da evitare la possibile esplosione”, ha concluso.

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