A rischio il più grande rifugio di fenicotteri in Cile per l’estrazione del litio, il controverso aspetto dell’energia “pulita”
A Nord del Cile, il lago salino di Salar de Atacama rappresenta un ambiente ideale per tantissimi stormi di uccelli, tra cui tre famiglie di fenicotteri, che ogni anno si recano sulle sponde di questo lago per nutrirsi dei cianobatteri e delle alghe diatomee che vi proliferano.
In questa zona lacustre, la sopravvivenza di quelle che nell’insieme costituiscono la metà di tutte le specie di fenicotteri presenti al mondo dipende perciò dalla conservazione di questo fragile ecosistema che potrebbe presto scomparire per via dell’estrazione del metallo alcalino litio che abbonda in tutto il Paese.
Uno dei giacimenti più ricchi si trova proprio tra Cile, Bolivia e Argentina in una regione che è stata sopranniminata “il triangolo del litio” e che si estende per tutto l’altopiano dell’aridissimo deserto di Atacama, comprendendo molti laghi salini o “salares“, tra cui quello di Atacama, il più grande rifugio di fenicotteri del Cile.
Per la scienza, il litio rappresenta l’industria del futuro, essendo una risorsa in grado di rallentare il cambiamento climatico, ma che se da un lato consentirà un grande arricchimento dell’economia dei Paesi delle Ande, cela altrettanti lati oscuri, tra cui va menzionato l’enorme impatto negativo sugli ecosistemi e sulla loro biodiversità.
Come evidenziato in un recente studio condotto dalla University of South Carolina sul caso dei fenicotteri cileni, le risorse che si vogliono considerare green e più sostenibili minacciano in realtà la fauna e la flora locale poiché l’attività mineraria dell’estrazione del litio ha provocato ad una velocità impressionante un calo delle acque superficiali dei laghi salini.
L’estrazione mineraria del litio richiede infatti delle enormi quantità d’acqua: circa 400.000 litri per tonnellata di litio che vengono prelevati dalle falde acquifere e dai laghi circostanti ed i cui residui sono altamente inquinanti. In termini di quantità d’acqua pompata dal 1986 e il 2018, il Salar de Atacama ha perso circa cinque campi da calcio ogni anno, secondo quanto riporta Science News.
E tra le conseguenze di questa accanita attività mineraria vi sono non per ultimo gli effetti drammatici tangibili sulla presenza dei fenicotteri nell’area lacustre, il cui numero di esemplari è drasticamente diminuito rispetto agli anni passati. Delle tre specie di fenicotteri, le popolazioni del Phoenicoparrus andinus ed del Phoenicoparrus jamesi si sono ridotte rispettivamente del 12% e del 10% in undici anni.
Più che di un’opportunità per produrre energia pulita, si dovrebbe quindi parlare di una minaccia clamorosa per i fenicotteri e per tutte le altre specie del regno animale e vegetale che popolano questi luoghi. Uno degli aspetti più controversi è proprio questo ed è sotto gli occhi di tutti.
Fonte: The Royal Society
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