A Sanremo in attesa delle canzoni, non mancano le polemiche
SANREMO (ITALPRESS) – Prima delle canzoni ci sono sempre le polemiche. È un classico del Festival di Sanremo che anche per la 73esima edizione al via domani non viene smentito. La riprova è nei contenuti della prima conferenza stampa alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il conduttore e direttore artistico del Festival, Amadeus, il co-conduttore Gianni Morandi, e il direttore della Direzione Intrattenimento Prime Time della Rai, Stefano Coletta. Si è parlato dell’intervento del presidente ucraino Zelensky che invierà una lettera che sarà letta da Amadeus invece di un videomessaggio, del ricorso del Codacons per bloccare la giuria demoscopica e della sala stampa, delle remore della deputata di FdI, Maddalena Morgante in merito alla partecipazione di Rosa Chemical definita “uno spot gender fluid” (“Credo che il testo di Rosa Chemical piacerà ai suoi figli e poi lo ballerà anche lei”), e del perché lo stesso cantante sia finito nella parte finale della scaletta della seconda serata sanremese (“E’ una questione di equilibri tra pezzi up e ballad: il giovedì sarà nella prima parte”).
E anche delle preoccupazioni di disordini legate alla sfera anarchica per il caso Cospito. “Storicamente Sanremo attira una serie di polemiche. Non lo dico per sembrare democratico ad ogni costo ma tutti hanno libertà e diritto di esprimere un parere o una critica su Sanremo, come del resto capita sul calcio. Poi quando si accende il Festival, l’ho verificato sulla mia pelle, le polemiche svaniscono di colpo”, ha sdrammatizzato Amadeus che, insieme con Stefano Coletta, si è avocato il compito di riportare l’attenzione sullo spettacolo e sulle 28 canzoni in gara. “Sarà un Festival in sequenza coi precedenti, ma differente per molto aspetti”, ha affermato Coletta definendo la scelta delle canzoni, “pietra miliare del lavoro del direttore artistico”. “Questo sarà un Festival che vuole portare festa e consapevolezza nelle case degli italiani. Nei tanti artisti e nelle canzoni ho trovato ‘l’onestà della testualità di che ha attraversato un guado e non vuole rinunciare a raccontarsi senza pudore’”.
Per Coletta questo Festival è una “narrazione democratica in tutte le direzioni, davvero ce n’è per tutti come il servizio pubblico deve fare. La risposta a sintonizzarsi con il Paese, dalle fasce più giovani ai più anziani. Sarà una grande festa fatta di memoria, commozione, allegria, e della sobrietà che contrassegna il padrone di casa”. Dal canto suo, il padrone di casa riporta l’attenzione sullo spettacolo, consegna ai giornalisti (riottosi per il mancato ritorno al rooftop dell’Ariston, sede naturale della sala stampa) l’ordine di uscita dei cantanti delle prime due serate e risponde, via via, a tutte le domande. Definisce il “trasloco di notte” di Fiorello, che durante la conferenza al telefono prende in giro Coletta (“Non abbiamo capito una cippa del discorso”), “un regalo al Festival: ci collegheremo con lui per dargli la linea subito dopo la classifica”.
Sull’assenza dei superospiti nella serata delle cover, dice: “Ogni cantante ne ha uno. Ci sono 56 artisti sul palco, numero mai raggiunto in una serata del Festival. La forza di un Festival è avere in gara Morandi, Ranieri, i Maneskin, o Giorgia, Ultimo, Mengoni e Lazza. La vittoria del Festival è che abbiano accettato di venire in gara”. Lo stesso conduttore parla anche di “responsabilità: scegliere 28 cantanti su 500 proposte lo è. Io parto sempre dai cantanti per allestire lo show”. Uno show “che deve accontentare tutte le fasce d’età, ma deve partire dai giovani”. Giovani che, probabilmente, ameranno Gianni Morandi che canterà con i superospiti Massimo Ranieri e Al Bano, ma anche con Sangiovanni nella riedizione di ‘Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte’ per il 60° anniversario del brano. Un Morandi che, tra un “pensiero per i terremotati della Turchia”, il ricordo di quando con il padre “guardavamo il Festival in bianco e nero dal bar di Monghidoro con Modugno che allargava le braccia mentre cantava ‘Volare’”, rammenta come “un tempo tutti i grandi volevano andare al Festival”, che “negli ultimi anni Sanremo è diventato un successo della musica italiana” e che, molto più semplicemente, “sono 73 anni che Sanremo piace alla gente e andrà ancora avanti”.
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