Abies Nebrodensis, dove trovare l’albero più prezioso della Sicilia
Un albero molto speciale: Abies Nebrodensis.
- Proprio in Sicilia cresce un abete dall’elevato valore botanico, eletto pianta simbolo della regione.
- Si potrebbe definire come l’albero di Natale più raro del mondo, dato che ne esistono pochissimi esemplari.
- Scopriamo insieme dove si trova questo gioiello della natura.
Quando si pensa alla Sicilia, si pensa istintivamente a lunghe distese di sabbia e mare blu. In realtà, l’isola ha un ricco patrimonio fatto di montagne e aree naturalistiche ad alta quota. Ci fermiamo proprio in una di queste per conoscere un albero molto speciale. A lungo si è pensato che l’abete dei Nebrodi fosse una specie originatasi dall’abete bianco, ma oggi viene considerato una specie a sé, presente in Sicilia sin dal terziario. Sarebbe esistito, dunque, ancora prima dell’abete bianco, che si fa risalire all’ultima glaciazione. Il nome non deve trarre in inganno. I pochi esemplari rimasti, infatti, non crescono sui Nebrodi, bensì sulle Madonie. Si tratta di esemplari unici al mondo. La denominazione deriva dal fatto che, in passato, il gruppo montuoso venisse identificato con il toponimo di “Nebrodi”. Per questo motivo, in realtà, l’Abies Nebrodensis dovrebbe chiamarsi Abete delle Madonie.
Abbiamo già detto che si tratta di un albero molto prezioso: ne esistono circa 30 esemplari, tutti a un’altezza compresa tra i 1400 e i 1650 metri, sul versante settentrionale di Monte Scalone (chiamato anche “Manca i Pini”), a ridosso del Vallone Madonna degli Angeli. Siamo nel territorio di Polizzi Generosa. Ci sono anche quattro esemplari coltivati: uno nella Villa Casale, accanto ai ruderi del castello di Polizzi Generosa, più altri tre, innestati su abete bianco agli inizi del Novecento, nella Villa Lanza, nei pressi di Gibilmanna.
Questo spettacolare albero ha un colore verde scuro e può raggiungere anche i 15 metri di altezza. La corteccia del tronco è di colore bianco-grigiastro, mentre i rami sono bruni o rossastri. Il nome dialettale della pianta è “arvulu cruci cruci”, perché da ciascuno dei principali rametti ne partono due laterali, così sempre di seguito a formare tante piccole croci. Le foglie sono aghiformi e appiattite. A lungo si è pensato che l’Abete dei Nebrodi fosse sterile e dunque destinato all’estinzione. Per fortuna negli ultimi decenni alcuni esemplari hanno iniziato a produrre strobili con semi fertili e l’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana ha potuto intraprendere un’opera di ripopolamento, in piccole aree sperimentali.
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