ROMA (ITALPRESS) – Una giornata per rendere merito agli atleti italiani protagonisti ai Global Games, l’evento internazionale più importante per gli atleti con disabilità intellettivo-relazionale, nei quali l’Italia ha chiuso con 85 medaglie totali (30 ori, 26 argenti e 29 bronzi). Un successo straordinario quello degli azzurri che Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani, ha voluto omaggiare consegnando una copia della Costituzione a tutti gli atleti, sottolineando: “Lo sport unisce, è un elemento importante anche per il metabolismo sociale e c’è bisogno di stimolarlo perchè non si impigrisca consentendo alla società tutta di beneficiarne. Celebriamo le medaglie e le vittorie, ma anche la cultura del saper cogliere le opportunità che riguarda anche coloro che non riusciamo ad avvicinare. Mi auguro che si possa sempre di più godere delle persone che attraverso lo sport ritrovano un senso di normalità”. L’edizione dei Global Games che si è tenuta a Vichy dal 4 al 10 giugno, ha visto la delegazione italiana migliorare di volta in volta le proprie prestazioni, sia in termini di medaglie che di atleti partecipanti.
A Vichy la delegazione azzurra – composta da 46 atleti, 34 maschi e 12 femmine, di età media 26 anni – ha ottenuto il fantastico risultato di 85 medaglie (30 ori, 26 argenti e 29 bronzi) in 5 discipline (Atletica leggera, nuoto, canottaggio, karate e taekwondo) giungendo terza nel medagliere finale alle spalle della Francia (paese ospitante) e dell’Australia. “I Global Games sono il più grande evento agonistico per ragazzi con disagio intellettivo. Ricordo che in Italia i ragazzi con questo disagio rappresentano un numero grande, lo sforzo che lo sport fa è di moltiplicare le opportunità. Per noi questi ragazzi sono atleti al pari di tutti gli altri. I Global Games sono le loro paralimpiadi. Sono atleti che hanno coronato il loro più grande sogno”, le parole di Luca Pancalli, presidente del Cip. Grande novità di quest’ultima edizione è stata quella di inserire all’interno del programma gare ufficiale gli atleti con Sindrome di Down (categoria 112) e gli autistici ad alto funzionamento (categoria 113).
“Siamo orgogliosi di aver portato in alto il nome dello sport italiano e quello del nostro Paese. Lo sport è l’unica attività umana che raggruppa tutti. In questo crediamo, insieme a una normalizzazione della nostra attività. Loro dimostrano, visto che le regole tecniche sono le stesse, che quando si è atleti lo si è al 100%, che tu sia disabile o no”, conclude Marco Borzacchini, presidente Fisdir.
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