Accordo Ue sul Digital Services Act, nuove regole per le Big Tech

Condividi
Tempo di Lettura: 2 minuti

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – La notte scorsa Parlamento e Consiglio Europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sulla legge sui servizi digitali (Digital Services Act – DSA). Insieme al Digital Markets Act, il DSA stabilirà gli standard per uno spazio digitale più sicuro e più aperto per gli utenti e condizioni di parità per le aziende negli anni a venire.
In base alle nuove regole, i servizi intermediari, in particolare le piattaforme online, come i social media e i mercati, dovranno adottare misure per proteggere i propri utenti da contenuti, beni e servizi illegali.
Ecco le novità introdotte dal nuovo pacchetto di norme.
Responsabilità algoritmica: la Commissione Europea così come gli Stati membri avranno accesso agli algoritmi di piattaforme online molto grandi.
Rimozione rapida di contenuti illegali online, inclusi prodotti, servizi: una procedura più chiara di “avviso e azione” in cui gli utenti saranno autorizzati a segnalare contenuti illegali online e le piattaforme online dovranno agire rapidamente.
Diritti fondamentali da tutelare anche online: tutele più forti per garantire che le segnalazioni siano trattate in modo non arbitrario e non discriminatorio e nel rispetto dei diritti fondamentali, compresa la libertà di espressione e la protezione dei dati.
Mercati online più responsabili: devono garantire che i consumatori possano acquistare prodotti o servizi sicuri online, rafforzando i controlli per dimostrare che le informazioni fornite dai professionisti sono affidabili (principio “Know Your Business Customer”) e adoperarsi per prevenire la visualizzazione di contenuti illegali le loro piattaforme, anche attraverso controlli casuali.
Le vittime della violenza informatica saranno meglio protette soprattutto contro la condivisione non consensuale (revenge porn) con rimozioni immediate.
Sanzioni: piattaforme online e motori di ricerca possono essere multati fino al 6% del loro fatturato mondiale. Nel caso di piattaforme online molto grandi (con più di 45 milioni di utenti), la Commissione UE avrà il potere esclusivo di esigere la conformità.
Meno oneri e più tempo per adattarsi alle PMI: un periodo più lungo per applicare le nuove regole sosterrà l’innovazione nell’economia digitale. La Commissione seguirà da vicino i potenziali effetti economici dei nuovi obblighi per le piccole imprese.
I nuovi obblighi di trasparenza per le piattaforme consentiranno agli utenti di essere meglio informati su come viene loro consigliato il contenuto (sistemi di raccomandazione) e di scegliere almeno un’opzione non basata sulla profilazione.
Pubblicità online: gli utenti avranno un migliore controllo su come vengono utilizzati i loro dati personali. La pubblicità mirata è vietata quando si tratta di dati sensibili (ad esempio basata su orientamento sessuale, religione, etnia).
Tutela dei minori: le piattaforme accessibili ai minori dovranno adottare misure specifiche per tutelarli, anche vietando totalmente la pubblicità mirata.
Sarà vietato manipolare le scelte degli utenti attraverso “modelli oscuri”: le piattaforme e i mercati online non dovrebbero spingere le persone a utilizzare i loro servizi, ad esempio dando maggiore risalto a una scelta particolare o esortando il destinatario a modificare la propria scelta tramite l’interferenza dei pop-up. Inoltre, annullare un abbonamento a un servizio dovrebbe diventare facile come abbonarsi allo stesso.
Risarcimento: i destinatari dei servizi digitali avranno il diritto di chiedere il risarcimento di eventuali danni o perdite subiti a causa di violazioni da parte delle piattaforme.
Le piattaforme online molto grandi dovranno rispettare obblighi più severi nell’ambito della DSA, proporzionati ai notevoli rischi per la società che comportano quando diffondono contenuti illegali e dannosi, compresa la disinformazione.
Inoltre dovranno valutare e mitigare i rischi sistemici ed essere soggette ad audit indipendenti ogni anno. Inoltre, le grandi piattaforme che utilizzano i cosiddetti “sistemi di raccomandazione” (algoritmi che determinano ciò che gli utenti vedono) devono prevedere almeno un’opzione che non sia basata sulla profilazione.

– foto agenziafotogramma.it –

(ITALPRESS).

Loading