Allarme in Antartide: estensione ghiaccio ai minimi storici, le conseguenze sono drammatiche

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Nuove e drammatiche notizie giungono dai ghiacciai dell’Antartide, sempre più minacciati dalle conseguenze della crisi climatica in atto. Lo scorso 25 febbraio, l’estensione del ghiaccio marino nella regione ha toccato un nuovo record, scendendo sotto i due milioni di chilometri quadrati – 0,17 milioni di chilometri quadrati in meno rispetto all’ultimo minimo storico, toccato cinque anni fa (2017).

Dall’inizio delle osservazioni satellitari dell’area, è la prima volta che si registra una superficie inferiore ai due milioni di chilometri quadrati: secondo gli scienziati, allarmati da questi nuovi dati, questo potrebbe essere la conferma che il continente ghiacciato della Terra sia in realtà molto più sensibile ai cambiamenti climatici di quanto si ritenesse fino ad ora.

Ora un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università Sun Yat-sen (in Cina) prova a chiarire le dinamiche sottese a questa preoccupante diminuzione della superficie glaciale dell’Antartide. Se da una parte è vero che gli spostamenti che avvengono nella massa di ghiaccio giocano un ruolo in questo processo, la maggior parte della responsabilità è da imputarsi ai cambiamenti di temperatura, che ai Poli sono molto più sentiti.

Si stima infatti che, sia al Polo Nord che al Polo Sud, l’aumento delle temperature medie rispetto ai livelli pre-industriali corra tre volte più veloce rispetto a ciò che avviene nel resto del mondo. Il continente antartico è andato incontro alla sua prima ondata di calore nel 2020, con una temperatura senza precedenti (+9.2°C al di sopra della media massima del periodo).

Diversamente dall’Artide, la cui superficie ghiacciata è diminuita “solo” de 3% all’anno dalla fine degli anni ’70 ad oggi, l’Antartide ha subito riduzioni più significative della propria superficie totale – in particolare nell’area occidentale, più vulnerabile agli effetti del riscaldamento globale rispetto a quella orientale (che continua a mantenere una superficie più vasta).

(Leggi anche: La crisi climatica sta trasformando la Groenlandia nella diga più grande del mondo, producendo energia per autodistruggersi)

Quali sono le conseguenze?

Lo scioglimento del ghiaccio marino non ha un impatto diretto sull’innalzamento del livello dei mari del mondo, poiché si tratta di ghiaccio che già occupa uno spazio all’interno delle acque oceaniche. Tuttavia, l’inarrestabile processo di scioglimento dei ghiacciai antartici ha un altro, e ben preoccupante, effetto nell’aggravamento della crisi climatica in atto, secondo i ricercatori cinesi.

La superficie ghiacciata, per sua natura di un colorito biancastro, svolge un’importante azione “riflettente” dei raggi del Sole, che contribuisce a limitare gli effetti del calore della stella nella nostra atmosfera. Se il ghiaccio si scioglie e si trasforma in una massa liquida di colore più scuro, chiaramente l’azione riflettente viene meno e maggiore energia verrà assorbita dalle acque marine sotto forma di calore.

L’aumento delle temperature dei mari provoca un effetto a catena, che fa sciogliere più velocemente il ghiaccio marino, che causa a sua volta un maggiore assorbimento di calore in un circolo vizioso senza fine. Si consideri che i ghiacciai sono in grado di riflettere più dell’80% dell’energia proveniente dal Sole, e che le acque oceaniche assorbono più o meno la stessa quantità di calore.

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Fonte: Advances in Atmospheric Sciences

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