ALS -MCL chiede alla Questura di Palermo maggiore flessibilità nella valutazione del reddito per i permessi di soggiorno UE a lungo termine

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L’ALS (Associazione Lavoratori Stranieri) – MCL, diretta dal Presidente Paolo Ragusa, ha inviato una comunicazione ufficiale al Questore di Palermo, sottolineando le criticità rilevate nella prassi applicata riguardo al rilascio del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo. La richiesta di un esame meno restrittivo delle domande, in particolare sul fronte dei requisiti reddituali, è stata avanzata in seguito a segnalazioni di operatori di patronato e lavoratori stranieri associati.

Secondo quanto evidenziato nella comunicazione, la questura palermitana richiederebbe la prova di un reddito stabile nei cinque anni precedenti alla richiesta, contrariamente a quanto previsto dalla normativa europea e italiana. Il regolamento attuativo del Testo Unico dell’Immigrazione (D.P.R. n. 394/1999, art. 16, c. 3, lett. b) stabilisce infatti la presentazione dell’ultima dichiarazione dei redditi o del modello CU come documentazione sufficiente.

Il presidente dell’ALS ha richiamato sentenze della Corte di Giustizia UE e dei tribunali italiani, che sottolineano come la valutazione delle risorse del richiedente debba essere ampia e flessibile. La Corte ha affermato che le risorse non devono necessariamente provenire da una fonte continua per essere considerate stabili. Le autorità, dunque, dovrebbero valutare la situazione complessiva, considerando la capacità del richiedente di generare reddito e non gravare sulle finanze pubbliche, come indicato anche dai TAR Piemonte e Sicilia.

“Negli ultimi tre mesi, abbiamo osservato che la Questura – ha dichiarato la vice presidente ALS -MCL, Daniela Sorrentino –  adotta un criterio di valutazione discrezionale per le richieste di carta di soggiorno (permesso UE di lungo periodo), sebbene questo non sia un requisito normativo specifico. La Corte di Giustizia Europea si è già opposta a tale metodo con una sentenza del 21 aprile 2016 (causa C-558/14), sottolineando la necessità di considerare la prospettiva economica e sociale futura degli stranieri. Il problema principale riguarda la valutazione degli ultimi cinque anni di reddito, includendo il 2020 e il 2021, anni segnati dalla pandemia, che hanno visto precarietà e difficoltà soprattutto per i lavoratori privati, come ristoratori e colf/badanti, colpiti rispettivamente da cassa integrazione e licenziamenti. Questo criterio – ha concluso – dovrebbe tenere conto della situazione attuale e futura di molti richiedenti, spesso con famiglie e figli nati in Italia, prossimi alla cittadinanza italiana. Chiediamo, quindi, un approccio più flessibile nella valutazione, considerando le circostanze straordinarie e gli sforzi compiuti dagli stranieri per integrarsi”.

Per tali ragioni, l’ALS chiede alla Questura di Palermo un approccio più flessibile, che consideri anche la precarietà del mercato del lavoro e le eventuali stagionalità, al fine di evitare un’interferenza non necessaria nell’esercizio del diritto di libera circolazione all’interno dell’UE. Il presidente Paolo Ragusa si è dichiarato disponibile per un incontro volto a discutere approfonditamente la questione, auspicando una collaborazione costruttiva con le autorità locali.

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