Altre 3 medaglie per l’Italia dei record alle Paralimpiadi

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TOKYO (GIAPPONE) (ITALPRESS) – L’Italia paralimpica continua a fare incetta di medaglie alla Paralimpiade di Tokyo. Ne arrivano ben tre nella mattinata giapponese, che permettono alla delegazione azzurra di arrivare alla quota record di 61, ottenute in 11 discipline differenti, e di superare anche il primato di Seul (58). Dal conteggio delle edizioni precedenti, vengono per convenzione escluse le 80 medaglie dell’Italia ai Giochi di Roma del 1960: la prima Paralimpiade, infatti, per le sue caratteristiche pionieristiche sia dal punto di vista della partecipazione che sotto l’aspetto tecnico-sportivo, è ritenuta non paragonabile con lo sport paralimpico moderno, come ha ripetuto a più riprese anche il presidente del Cip Luca Pancalli, orgoglioso della sensazionale spedizione di queste due settimane in Giappone. E lo tsunami azzurro non ha ancora finito di stupire, perchè tra oggi e domani si potrebbe persino pensare di avvicinarsi e non poco anche al numero da record di Roma.
C’è pure un altro primato nel mirino, da Tokyo a… Tokyo: nel 1964 gli ori furono 14, oggi siamo a quota 13 e l’aggancio o il sorpasso è più che un sogno.
L’undicesima disciplina ad andare a segno a Tokyo è stata la canoa, grazie al bronzo conquistato da Federico Mancarella (nella foto Bizzi-CIP) nel kayak singolo 200m KL2 al Sea Forest Waterway. Si tratta della prima, storica medaglia per la Fick, che ha fatto esordio nel mondo paralimpico a Rio 2016. Alla sua seconda avventura ai Giochi, il canoista emiliano del Canoa Club Bologna ha esordito in Nazionale nel 2014. Nel suo palmares una medaglia d’argento nei 200m ai Mondiali ungheresi di Szeged nel 2019. Nella finale si è piazzato terzo in 42.574, alle spalle dell’australiano Curtis McGrath (41.426) e l’ucraino Mykola Syniuk (42.503). Un regalo di compleanno anticipato visto che domani compirà 29 anni. “Sono molto contento del lavoro che abbiamo fatto con Gianni Anderlini, che è diventato il mio allenatore da poco. Una dedica speciale va a lui per averci creduto – ha dichiarato euforico Mancarella -. E’ stata una gara avvincente, combattuta e il pensiero va alla mia famiglia, ai miei compagni di squadra, alla mia società. Le dediche speciali per questa medaglia sono per mio nonno e mia cugina che ci hanno lasciato in questi anni e per la prematura scomparsa di Luca Bertoncelli, che era il presidente del Canoa Club Ferrara”.
Nella mattinata giapponese sono arrivate altre due medaglie di valore anche dall’atletica. A Tokyo le luci della ribalta si sono accese per gli atleti marchigiani, la capitana Assunta Legnante e il mezzofondista Ndiaga Dieng, capaci di vincere un argento e un bronzo nelle rispettive specialità. La lanciatrice non vedente, con già all’attivo un altro sigillo d’argento nel disco F11, è entrata in pedana del peso F11 per difendere il doppio titolo conquistato a Londra 2012 e a Rio 2016. La gara è stata più complicata del previsto sia per la pioggia che per l’estenuante confronto con l’uzbeka Safiya Burkhanova. “Perdere con 14.78 mi fa tanto rabbia – ha ammesso Legnante – C’era freddo, la pedana scivolosa, tutto difficile ma quello c’è stato per tutti. Non può essere una scusa. Purtroppo forse, chiedo anche troppo a me stessa e a 43 anni non è che si può fare più quello che si faceva prima. Non posso dire di non averci provato, ma provarci e non riuscirci non è sufficiente”. Grande risultato per Ndiaga Dieng: dopo il quinto posto nei 400 metri, l’atleta di origine senegalese ha conquistato un fantastico bronzo sui 1500 T20. “Sono contentissimo veramente – ha ammesso Dieng – Ho lavorato tanto per questi 1500 per puntare sempre più in alto, e le mie gambe e le mie capacità mi hanno dato questo risultato. Non vedevo l’ora di salire sul podio, era quello che sognavo”. Domani ultimo giorno di gara per l’atletica italiana: sarà il turno del “trio delle meraviglie” Martina Caironi, Monica Contrafatto e Ambra Sabatini alle prese con la qualificazione dei 100 T63 per la finale della sessione serale giapponese (ore 14:26 italiana).
(ITALPRESS).

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