Architettura, lo studio catanese Cantone & Ortoleva vince il Grand Prix internazionale

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Lo studio Cantone & Ortoleva di Catania è uno dei vincitori del concorso di architettura Grand Prix Casalgrande Padana. La giuria ha scelto il progetto di una piscina realizzata all’interno di un agrumeto alla Piana di Catania, tra il capoluogo e Misterbianco.

Il premio di architettura Grand Prix Casalgrande Padana

Lo studio associato di Catania ha dunque portato a casa l’importante riconoscimento internazionale. I progetti finalisti erano una ventina, tra quasi 150 proposte arrivate da tutto il mondo, per le quattro categorie del Grand Prix di architettura.

La cerimonia di premiazione dei vincitori della dodicesima edizione del concorso si è svolta venerdì 27 maggio al MUDEC, museo e polo espositivo di Milano dedicato alla valorizzazione e alla ricerca interdisciplinare sulle culture del mondo.

Con più di 1800 opere presentate da 1300 progettisti provenienti da tutto il mondo, il Grand Prix Casalgrande Padana è, da quasi un trentennio, un osservatorio permanente sulla scena architettonica internazionale.

Quattro le sezioni del premio: centri commerciali e direzionali, edilizia pubblica, rivestimenti di facciata e edilizia residenziale. Il premio assegnato allo studio catanese rientra nella categoria “edilizia residenziale” ed è stato conferito ex equo con Guendalina Salimei del T Studio di Roma.

L’opera dei catanesi Cantone & Ortoleva

L’opera firmata da Cantone & Ortoleva di Catania è il progetto di una piscina realizzata all’interno di un agrumeto, fra il capoluogo e Misterbianco. Pone un contatto stretto con la natura circostante, che penetra all’interno del manufatto e richiama influenze arabe.

«Nei nostri progetti – spiegano dallo studio all’Ansa – ogni scelta deriva da un cammino che ripercorre ricordi, ragionamenti, sensazioni. Così nel progetto della piscina affiorano i cortili messicani aperti verso il cielo, le pavimentazioni dei bagli siciliani, le scalinate dei ghat del Gange, i rivestimenti dei Riad di Marrachech».

«Il tentativo di integrare il paesaggio impone sguardi verso la natura che circonda il manufatto, con aperture sul muro recinto perimetrale, da dove lo scenario agricolo penetra prepotente e come narciso si riflette nello specchio d’acqua. Infine la scelta della ceramica monocromatica che riveste le superfici interne mutua quella della natura circostante e della Sicilia contadina con la dialettica tra la storia geologica e il succedersi delle colture agricole».

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