Arrestato a Trapani il figlio del boss Tano Badalamenti: era a casa di sua madre
- Salvo Cataldo
- 05/08/2020
- Politica, Sicilia
- s.cataldo@agenziadire.com
Leonardo Badalamenti ha 60 anni: su di lui pendeva un mandato di cattura internazionale dal Brasile Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
PALERMO – Nei primi anni Ottanta si era rifugiato in Brasile insieme alla famiglia d’origine (compreso il padre Gaetano) per scampare alla guerra di mafia scatenata dai Corleonesi di Totò Riina, Bernardo Provenzano e Leoluca Bagarella per il controllo di Cosa nostra. Questa notte Leonardo Badalamenti- figlio di don Tano, storico boss di Cinisi riconosciuto mandante dell’omicidio di Peppino Impastato– è stato arrestato a Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani, nell’abitazione della madre. Sul suo conto pende un mandato di cattura internazionale emesso dall’autorità giudiziaria di San Paolo del Brasile, dove si era ricostruito una falsa identità come uomo d’affari ed è finito sotto indagine per truffe a istituti bancari.
L’uomo, 60 anni, è stato arrestato dalla Direzione investigativa antimafia di Palermo e ora, in attesa dell’estradizione in Brasile, si trova nel carcere di Palermo. L’arresto è avvenuto in collaborazione con il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (Scip) e la polizia brasiliana. Per le autorità del Paese sudamericano era latitante dal 2017: in quell’anno era stato spiccato nei suoi confronti un ordine di arresto da parte della magistratura di Barra Funda per associazione criminale finalizzata al traffico di stupefacenti e falsità ideologica.
IN BRASILE SI ERA CREATO NUOVA IDENTITÀ
Il figlio di don Tano Badalamenti, che nel 2009 era già stato arrestato in Brasile dal Ros dei carabinieri nell’operazione ‘Mixer-Centopassi’, nel Paese sudamericano viveva con una nuova identità: risultava infatti un uomo d’affari, Carlos Massetti, ed era indagato anche come presunto capo di una organizzazione con ramificazioni internazionali impegnata, tra il 2003 e il 2004, nella negoziazione di titoli di debito pubblico emessi dal Venezuela mediante l’intermediazione di un funzionario corrotto di quel Banco Centrale: i titoli di credito sarebbero stati destinati a garantire aperture di linee di credito in istituti bancari esteri.
L’uomo è stato accusato anche di aver tentato una truffa in danno delle filiali della ‘Hong Kong Shanghai Bank’, della ‘Lehman Brothers’ e di un’altra banca d’affari britannica, la ‘HSBC’, per un importo di diverse centinaia di milioni di dollari americani. Badalamenti, in attesa delle procedure di estradizione in Brasile, è stato rinchiuso in carcere a Palermo.
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