Artemide muove i primi passi verso la Luna
Si chiama Artemide e arriverà sulla Luna nel 2024. O almeno questa è la speranza della Nasa, che lavora a tambur battente per rispettare gli obiettivi dettati dal presidente Donald Trump e dal suo vice Mike Pence. Artemide, come la dea della caccia sorella gemella di Apollo secondo la mitologia greca. Un simbolismo inequivocabile, cinquant’anni dopo il primo sbarco dell’uomo sulla Luna. Allora fu la missione Apollo 11 a portare l’umanità nel futuro, questa volta, mezzo secolo dopo, ci si affida alla sua controparte femminile. La missione con cui gli Stati Uniti torneranno sul nostro satellite non solo si chiama Artemide, ma ha come obiettivo anche quello di far sbarcare sulla Luna una donna, metà di un equipaggio che, a suo modo, farà la Storia.
Un punto importante a favore della serrata tabella di marcia di Artemide è stato segnato pochi giorni fa. Dalla base di Cape Canaveral, in Florida, è infatti partito il test della navicella Orion, che avrà il delicato compito di portare in orbita gli astronauti. Missione compiuta. Il Launch escape system (Les) ha funzionato. Di cosa si tratta? Di un meccanismo essenziale: è quello che permette l’espulsione dell’equipaggio in caso di pericolo durante l’ascesa, tramite l’attivazione di razzi di emergenza che allontanerebbero la capsula per poi farla atterrare, in sicurezza, in mezzo all’Oceano.
Quando sarà il momento, il veicolo spaziale Orion sarà lanciato in orbita dallo Space Launch System, il lanciatore più potente mai visto in casa della Nasa, che debutterà proprio con Orion.
Orion, dicono dalla Nasa, “porterà gli astronauti nello Spazio profondo e ci spingerà in una nuova era dell’esplorazione spaziale”. Lo farà anche tramite un altro presidio spaziale importante, il cosiddetto Gateway. Si tratta di una piattaforma, realizzata grazie a una collaborazione internazionale, che troverà posto a più di 400mila chilometri dalla Terra e costituirà una sorta di base per avere accesso a tutta la superficie della Luna. Orion attraccherà sul Gateway in orbita intorno alla Luna, con la capacità di trasportare fino a 4 astronauti e di supportarli per viaggi attraverso lo Spazio ben più lunghi delle poche ore previste per le missioni umane attuali.
Vediamo le tappe di Artemide (Artemis Program, lo chiama la Nasa), secondo le intenzioni a stelle e strisce. Il 2020, l’anno prossimo, è la data in cui si attende il primo lancio congiunto di Space Launch System e Orion. Un debutto senza equipaggio. Due anni dopo, invece, toccherà a uomini e donne ripercorrere le orme di chi, mezzo secolo fa, volò fin sulla Luna. Questa fase della missione è denominata Artemide 2 e non prevede ‘allunaggi’. Nello stesso anno voleranno su razzi privati anche i primi moduli che comporranno il Gateway, mentre nel 2023 la Nasa, sempre con l’ausilio di un lanciatore privato, manderà nello Spazio una piccola cabina che sarà la ‘casa’ temporanea e pressurizzata dell’equipaggio che poi approderà sulla superficie lunare.
Tappa questa che, come detto, è attesa per il 2024, con un modulo di discesa che traghetterà l’equipaggio fino al Polo Sud lunare, un’area totalmente nuova perché mai battuta prima. E siamo alla fase Artemide 3. Ma non finisce qui. La Nasa ha in cantiere altre 4 tappe che prevedono, negli anni immediatamente successivi al 2024, di stabilire una presenza continuativa sulla Luna, grazie all’avvicendamento di più equipaggi. E poi? Il grande sogno resta sempre quello di usare la Luna per raggiungere, negli anni Trenta, Marte.
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