Attenzione a queste app: sembrano antivirus, ma contengono pericolosi malware
Purtroppo ci capita spesso di segnalarvi applicazioni per cellulare dall’apparenza innocua, ma che al loro interno nascondono pericolosi malware pronti a infettare il nostro smartphone e a rubare i nostri dati sensibili – è la tecnica del “cavallo di Troia”.
Tuttavia, di solito si tratta di giochi o app per la creazione di sfondi o di avatar. L’ultimo allarme cibernetico, lanciato dalla società di sicurezza Check Point Research nelle scorse ore, riguarda invece la categoria di software considerata più sicura in assoluto e, quindi, al di sopra di ogni sospetto: gli antivirus.
Sul “mercato digitale” Google Play Store sono state infatti individuate ben sei app contenenti sofisticati malware abili a rubare le credenziali dell’online banking e a svuotare i conti di ignari utenti. Le app incriminate, tutte già rimosse da Google, sarebbero state scaricate più di 11.000 volte. Ecco quali sono:
- Atom clean booster;
- Super cleaner;
- Alpha antivirus;
- Powerful cleaner;
- Center security (nome identificativo di due diverse app).
Tutte le applicazioni segnalate contenevano al loro interno lo stesso malware – identificato con il nome Sharkbot e in grado di generare notifiche push che spingono il possessore dello smartphone infettato a comunicare le proprie credenziali bancarie, che vengono poi trasmesse ad un server maligno.
Ci si potrebbe chiedere chi c’è dietro questo articolato piano di aggressione telematica. Secondo i ricercatori di Check Point Research, i malviventi sarebbero russi. Al primo posto fra i Paesi maggiormente colpiti dal malware c’è proprio il nostro, con il 62% dei download totali; segue il Regno Unito (36%) e altri Paesi europei (2%).
Per difendersi dalle app pericolose, i consigli degli esperti (che facciamo nostri) sono sempre gli stessi: diffidare di app poco famose, dai nomi strani e dal numero esiguo di download effettuati. Inoltre, verificare la presenza di recensioni positive e la trasparenza della casa produttrice.
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Fonti: ANSA / Check Point Research