Bonomi a Conte: “Serve una rotta, chiediamo al governo un nuovo partto per l’Italia”

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All'assemblea di Confindustria si parla anche di reddito di cittadinanza: "Va smontato, così non va"

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ROMA – “Serve una rotta precisa per dare significato complessivo alle misure e per tracciare la rotta serve un approdo sicuro”. Così il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, si rivolge al premier Giuseppe Conte, dal palco dell’assemblea degli imprenditori. “Servono scelte per l’Italia del futuro, scelte anche controvento. Serve il coraggio del futuro”, continua.

“Ripeto oggi, signor presidente del Consiglio, quanto ho detto due mesi fa agli Stati generali: il compito che vi spetta è immane, nessuno può e deve sottovalutarne le difficoltà“, sottolinea.

Secondo Bonomi serve “un nuovo grande patto per l’Italia“. E’ necessario puntare sulla produttività: “E’ su questo concetto ampio di produttività che si devono concentrare le azioni e le politiche dei prossimi anni, con l’obiettivo di massimizzare il ruolo di motore dello sviluppo del sistema delle imprese e del lavoro e dare nuova centralità alla manifatture”.

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Insomma, ribadisce, è “il patto che chiediamo al governo di scrivere”, con Confindustria e con tutte le parti sociali”, con “una visione alta e lungimirante”.

“Abbiamo inviato a metà luglio a governo e sindacati una proposta dettagliata di riforma degli ammortizzatori sociali, cui finora non abbiamo visto seguito”, dice bonomi parlando all’assemblea.

Il leader degli imprenditori chiede una riforma con “vere politiche attive del lavoro, smontando la parte di reddito di cittadinanza non destinata al contrasto della povertà ma in teoria alle politiche per il lavoro che di fatto non funziona”.

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Durante l’emergenza pandemica “il governo ha assunto misure di sostegno ma i sussidi non sono per sempre, né vogliamo diventare un Sussidistan“, rimarca Bonomi.

“Ascolteremo con grande attenzione le vostre osservazioni e spero anche qualche risposta alle nostre richieste. Ma è veramente difficile che possiate incontrare associazioni più rispettose, costruttive e comprensive di noi. Lo siamo così tanto che alla nostra assemblea parla uno di Confindustria e due del Governo”. Così Carlo Bonomi ha concluso la sua relazione.

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