Bonomi “Io in campo solo se il calcio è unito”

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“Io in campo solo se il calcio è unito”. A dirlo, dalle colonne del “Corriere dello Sport” è Carlo Bonomi, presidente della Confederazione generale dell’industria italiana, che venerdì potrebbe mettere d’accordo tutti i presidenti della Serie A e diventare il nuovo numero uno della Lega. “Sono pronto ad accettare l’eventuale incarico ma ci deve essere un’ampia convergenza sul mio nome. Dobbiamo imparare dal professionismo americano: litigano, ma alla fine confluiscono su un obiettivo comune. Da noi vince l’interesse miope”, ha spiegato il presidente di Confindustria, “strizzando” l’occhio alle proprietà made in Usa della Serie A, che dopo il cambio al vertice dell’Atalanta, sono adesso otto.
“Indispensabile aumentare i ricavi e ridurre le spese dei club. Il calcio ha il dovere di aumentare la torta degli introiti, ha bisogno di investire in stadi nuovi e ha doveri di sussidiarietà verso tutto il movimento sportivo”, ha detto ancora Bonomi.
“La Premier fa affari d’oro con i diritti tv esteri, noi invece prendiamo solo gli spiccioli su YouTube. Questo perchè non gestiamo bene i rapporti internazionali. Gli sport americani sono tutti basati sui play-off. Chi sta davanti in campionato gioca in casa nella fase finale ma rischia fino all’ultimo secondo”, questi alucni ingredienti della ricetta del presidente di Confindustria per salvare il calcio. “Queste riforme si possono e si devono fare insieme. Senza strappi e senza contrapposizioni, perseguendo un interesse comune. Anche perchè se la torta non cresce non ci sono neanche le risorse per il sostegno ai club minori e ai vivai”, ha puntualizzato Bonomi.
“Sono un civil servant. Lo spirito di servizio è la mia bussola. Se la sesta industria del Paese lancia un grido d’allarme, posso tirarmi indietro?”, ha concluso il presidente di Confindustria.
(ITALPRESS).

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