Bonus Mamme Lavoratrici: si prendono davvero più soldi in busta paga?
È notizia degli ultimi giorni la nuova agevolazione fiscale attuata dal Governo in favore delle mamme, il cosiddetto Bonus Mamme Lavoratrici. Attenzione però, il bonus può essere richiesto solo da una categoria di madri (e già questo non ci sembra corretto). Andiamo quindi a vedere nel dettaglio di cosa si tratta e se è davvero così vantaggioso come vogliono farci credere.
Bonus mamme lavoratrici cos’è
Il bonus mamme lavoratrici 2024 è un esonero della contribuzione previdenziale trattenuta in busta paga fino ad un massimo di 3.000 euro all’anno. Attenzione però! Non tutte le mamme lavoratrici possono richiederlo!
Ecco chi può presentare domanda direttamente attraverso un modulo con il proprio datore di lavoro:
- madri dipendenti con almeno due figli (per tutto il 2024) sotto i 10 anni di età del figlio più piccolo
- madri dipendenti con tre o più figli (esteso fino al 2026) fino ai 18 anni di età del figlio più piccolo
Queste devono essere lavoratrici a tempo indeterminato, full time o part-time, nel settore pubblico o nel privato.
Non può essere richiesto quindi dalle madri lavoratrici autonome o con contratto di lavoro domestico.
Il bonus può essere richiesto anche in caso di figli in affidamento o adottati.
Le madri aventi diritto, possono presentare richiesta direttamente all’INPS oppure tramite apposito modulo che verrà fornito dall’ufficio buste paga del datore di lavoro. Verranno richieste date di nascita dei figli a carico e codice fiscale degli stessi.
Bonus mamme lavoratrici è davvero vantaggioso?
La risposta è duplice. Per alcune categorie di madri lavoratrici il bonus può risultare vantaggioso, per altre no. Vediamo nel dettaglio:
Come si evince dalla tabella, più è alta la retribuzione mensile, più sarà alto il beneficio del bonus.
Le madri lavoratrici che hanno una retribuzione a basso reddito rischiano di non avere alcun giovamento dall’erogazione di questo bonus, in quanto il bonus mamme lavoratrici risulta alternativo all’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti (quota IVS) a carico del lavoratore. Verificate sulla vostra busta paga a quanto ammonta la quota IVS rispetto al bonus mamme lavoratrici. Potreste rendervi conto che non è vantaggioso richiedere questo bonus.
Al momento non è ancora chiaro se, una volta richiesto il bonus, sia possibile rinunciarvi dalla mensilità successiva.