Bremer avverte “Con l’Inter sarà un duello sino alla fine”

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Tempo di Lettura: 2 minuti“Avrei potuto giocare con i nerazzurri? No, sono dalla parte giusta”, assicura il difensore della Juve

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ROMA (ITALPRESS) – “L’anno scorso abbiamo giocato ogni tre giorni, c’era la Champions, era difficile anche per me che venivo dal Torino. Giocare ogni tre giorni, se non stai bene fisicamente, è complicato. Sto facendo bene e ho molta più confidenza in me stesso. Quest’anno è arrivato il direttore Giuntoli e ha portato molta serenità”. A parlare, in un’intervista esclusiva su Dazn, è Gleison Bremer, ex centrale granata che ha preso le redini della difesa juventina. “Giorgio Chiellini mi ha suggerito di guardare molti video e di conoscere molto bene l’avversario – svela il 26enne difensore verdeoro – La Juve mi aiuta tanto in questo, ho anche una persona in Brasile che mi segue. Ci sono attaccanti che non si possono mai lasciare tranquilli, come Osimhen e Lukaku, loro sono di livello internazionale. E’ importante far ‘innervosirè l’attaccante, perchè poi in pochi rimangono concentrati tutta la partita”. Sugli allenamenti con Dusan Vlahovic: “Vlahovic è un attaccante fisicamente forte, quando giochiamo insieme in partitella gli do molti consigli. E’ bravo e sta migliorando tanto. Anche Yildiz è un bell’attaccante, in allenamento entriamo duro su di lui, ma non si lamenta e continua a giocare. Ha grande forza nelle gambe e può fare una bella carriera”. Lo scontro con l’Inter è ormai imminente: “Con l’Inter sarà un duello fino alla fine. Fare risultato a Milano non è mai facile. Secondo me chi vince, non vince il campionato perchè ci sono ancora tante partite, però è un passo importante. Se penso mai che avrei potuto giocare all’Inter? No, sono dalla parte giusta”. Bremer, infine, ammette che “ci sono tanti difensori forti in circolazione, come Van Dijk. Lui è due gradini sopra di me perchè ha vinto la Champions e gioca in un campionato tosto come la Premier League. Alla fine, quando un giocatore si ritira, contano solo i trofei vinti, se non hai vinto niente non puoi dire di esser stato il migliore”.
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(ITALPRESS).

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