Buffon “Limite massimo giugno 2023, ma potrei smettere tra 4 mesi”
LONDRA (INGHILTERRA) (ITALPRESS) – Con il Crotone qualche giorno fa la partita numero 654, un record nei principali campionati europei. Gigi Buffon, 43 anni, è ancora una sicurezza tra i pali, si diverte e, come disse dopo la gara dello scorso 22 febbraio, è pronto ad andare avanti. “La soddisfazione più grande è che non sono arrivato a questo traguardo strisciando ma saltando. Misuro l’ampiezza dei miei salti ogni settimana, finchè sono buoni si va avanti. Quando inizierò a perdere qualche centimetro sarò il primo a lasciare”, disse lo scorso 22 febbraio dopo quella partita. Oggi, in un’intervista rilasciata al The Guardian, approfondisce il discorso e annuncia: “Nella mia testa c’è una data limite che è giugno 2023, ma potrei anche smettere di giocare fra quattro mesi”. Non solo calcio, parla anche di altro Buffon, del primo periodo di isolamento durante la pandemia, di famiglia, di se stesso, ma soprattutto di una carriera che continua a dispetto della carta d’identità. “Dicono che quando raggiungi la mia età, il declino avviene tutto in una volta, da un momento all’altro. Non ci credo. Io mi fido di quello che sento e le sensazioni che provo dentro di me non mi fanno pensare che ci sarà un crollo improvviso”, spiega al The Guardian.
“Sono anche una persona che crede fortemente nel destino – ha aggiunto -. Quando la Juventus mi ha offerto la possibilità di tornare, ho pensato che magari c’era un motivo, qualcosa per cui tornare, un’ultima grande storia da scrivere”. Magari vincere quella Champions che non è mai riuscito ad alzare al cielo e giocare il Mondiale per club. Il Mondiale l’ha vinto, quello più importante, quello riservato alle Nazionali. Era una delle colonne di quella Italia che nel 2006 trionfò a Berlino, qualche metro più avanti, in cabina di regia, c’era Andrea Pirlo, oggi suo allenatore alla Juve. “La nostra amicizia è di lunga data, io lui e Gattuso siamo insieme dal 1993 e abbiamo avuto la fortuna e la capacità di condividere un viaggio che ci ha portato a vincere il Mondiale, un successo che ha davvero sigillato il nostro rapporto, non la nostra amicizia perchè quella nasce e cresce al di là del Mondiale, ma il nostro legame. Ora ovviamente Andrea lo chiamo mister, l’ho subito fatto. E’ una questione di ruoli, di rispetto, di intelligenza. Lui ha un ruolo e io un altro. Quando lasciamo il centro sportivo e usciamo insieme, allora possiamo tornare a essere Gigi e Andrea”.
Di errori ne ha fatti ed è il primo a saperlo, ma del resto “nella vita bisogna fare esperienza, anche di fare qualche pasticcio, se una persona non sbaglia mai e non ne paga mai il prezzo, secondo me non capirà mai veramente l’errore. E’ importante sbagliare le cose nella vita. Ed è ancora più importante pagare per i tuoi errori. Se non paghi il dazio, quel dazio sarà comunque dovuto fino alla fine. L’imbarazzo è una parte essenziale della crescita. Ti fa stare male, ti fa riflettere, ti fa guardare le sfumature di una situazione”. Poi ci sono gli errori da calciatore. “Quando sbaglio in una partita mi sento totalmente sconvolto. Sono abituato ad aspettarmi il massimo da me stesso, quindi se non riesco a fare le cose perfettamente provo questo enorme imbarazzo”. Intanto continua a godersi il campo e la sua Juventus: “Sinceramente non avrei mai immaginato di giocare così a lungo. E’ una storia bellissimà, conclude Buffon.
(ITALPRESS).