Buffon “Nazionale sfortunata, ingiusto criticare Immobile”
Due pareggi contro Bulgaria e Svizzera che complicano un pò i piani per l’approdo in Qatar. La ripresa delle qualificazioni mondiali dopo il trionfo europeo non ha sorriso alla Nazionale di Roberto Mancini, ma guai a parlare di punte sterili o del ‘solito settembrè difficile. “Non per voler difendere il gruppo e il ct, ma il problema dell’Italia in queste due partite è stata la buona sorte”, è l’analisi di Gianluigi Buffon, ex portiere e capitano della Nazionale e attuale numero uno del Parma. Ai microfoni di “Radio anch’io sport” su Rai Radio 1, il campione del mondo del 2006 è certo che gli azzurri, prossimi martedì a sfidare la Lituania, abbiano fatto sino in fondo il proprio dovere: “Dopo la splendida cavalcata all’Europeo, dove tutto è andato per il verso giusto, la vita riequilibra qualcosa e ti fa andare le cose meno bene – sottolinea Buffon, 43 anni – La Nazionale sta pagando un briciolo di sfortuna ed è vero che a settembre ha sempre sofferto, ma in questo caso la prestazione, nelle due gare, è stata fornita, con tante palle gol create. Il dato che emerge è che potevi fare tre gol con Bulgaria e ieri sera con la Svizzera, invece i risultati sono stati figli della casualità. Se le rigiochi cento volte, le vinci”. Per Buffon, non esiste un ‘problema attaccantì: “Mettere in discussione i nostri attaccanti o uno come Immobile mi sembra ingeneroso, i suoi sono numeri importanti nel nostro campionato. Ci vuole più clemenza per uno che non solo segna, ma si sbatte tanto per la sua squadra”. Il suo sesto Mondiale, almeno per il momento, non è un reale obiettivo: “Non punto a niente, solo a essere felice e a fare le cose che abbiano un senso per le risposte di testa e corpo, che rispondono alla grande e per questo continuo a giocare con grande entusiasmo. Per ora non prendo in considerazione l’idea di smettere, mi accorgo di essere per la gente di Parma un giocatore molto importante, con tante responsabilità, al quale i tifosi consegnano le speranze. Se Mancini mi chiamasse? Il ct non ha mai sbagliato nulla, ci siamo sentiti l’ultima volta 2-3 anni fa e non voglio si creino delle pressioni inutili. Ha già tantissime responsabilità, non se ne aggiungano altre inutili come la mia”. D’altronde l’Italia, tra i pali, è ben coperta, a cominciare dal titolare, quel Gigio Donnarumma che invece sta avendo problemi ad imporsi nel Psg, squadra in cui Buffon ha militato: “Innanzitutto siamo solo all’inizio e non si possono dare dei giudizi definitivi, poi si è trovato in una situazione particolare, in una grandissima squadra che ha proprio il portiere (Navas, ndr) tra i suoi punti di forza. Ci sta che inizialmente lo spazio vengo ridotto ma per quanto è forte e sarà lunga la sua carriera, non avrà problemi a confermarsi portiere di riferimento anche al Psg”. Tra la promozione del Parma e lo scudetto alla ‘suà Juve Buffon sceglie il ritorno in A degli emiliani: “Per me in questo momento è una ragione di vita, il motivo per cui continuo ad avere questa passione. La Juventus sta solo vivendo un passaggio, non so se generazionale o di ossatura di squadra che sta cambiando, ma un pò di dazio lo paghi. Se hai certezze come Allegri o i giocatori, magari non arrivi all’obiettivo (lo scudetto, ndr) ma vicino ci vai…. L’addio di Cristiano Ronaldo? Credo che nessuno possa esserne rimasto stupito. Ha la nomea di grandissimo professionista, riferito soprattutto a se stesso. I tifosi lo hanno idolatrato per le prestazioni e i gol, e sulla scelta di andare via non ci vedo nulla di illogico. E’ stata una scelta da parte sua ponderata e razionale, che ha confermato il percorso della sua carriera. Posso solo parlare bene di Cristiano, è un professionista eccezionale e dà il cento per cento per la causa”. Un altro campione, Franck Ribery, sta per iniziare una nuova avventura con la Salernitana: “E’ qualcosa di suggestivo, mi metto nei suoi panni e lo capisco: anche se ha 38 anni, probabilmente si sente ancora un giocatore molto forte. E secondo me lo è ancora: dovesse giocare anche 60 minuti – conclude Buffon – calciatori come lui, in Italia, si contano sulle dita di una mano”.
(ITALPRESS).