Calenda: “Accordo Ue? Solo un pareggio e i decreti del governo per ripartire non funzioneranno”

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Dice Calenda: "L'accordo all'eurogruppo è stato un pareggio per l'Italia" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – “E’ un classico pareggio a reti inviolate. Non è vero che non ha portato niente, perchè c’è stata l’approvazione del fondo da 100 miliardi contro la disoccupazione e l’approvazione delle garanzie per gli aiuti del Banca europea degli investimenti (Bei) che sono piccola cosa, ma importanti“. Lo dichiara alla Dire Carlo Calenda, europarlamentare e leader di Azione, commentando l’accordo trovato ieri dai ministri delle Finanze della zona euro per far fronte allo shock economico scaturito dall’emergenza Coronavirus.

Rimaniamo molto distanti da quello che serve– conclude Calenda- ovvero degli eurobond forti e il fondo di ricostruzione di cui si parlerà al Consiglio europeo che però è rimasto sul tavolo nonostante l’opposizione di olandesi e tedeschi”.

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“‘CURA ITALIA’ È ARRIVATO TROPPO TARDI”

“Il ‘Cura Italia’ è arrivato troppo tardi. E’ stato troppo piccolo ma soprattutto ha misure che non stanno funzionando per carenza gestionale e penso alla cassa integrazione” afferma Calenda commentando alla Dire le misure del Governo per dare liquidità alle imprese e assistenza ai cittadini.

“Ho detto subito a Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia e delle Finanze, che non avrebbe funzionato e che bisognava prevedere la parte di anticipazione bancaria. ‘Cura Italia’- prosegue Calenda- è l’esempio di come non si costruisce un decreto. Quello per le imprese ha molti problemi perchè prevede delle procedure che rischiano di fare avere la liquidità a giugno, e non era questo l’obiettivo. Il mio giudizio- conclude- sulla reazione economica del Governo alla crisi è negativo”.

“CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ NON ORA”

“In questo momento parlare di tasse è paradossale perchè il Paese è completamente fermo. Poi dopo, nella fase di ricostruzione e di ripartenza, non trovo ci sia nulla di male che si possa o si debba chiedere un contributo a chi guadagna di più”, dice ancora Calenda commentando la proposta del Pd alla Camera per il contributo di solidarietà a chi ha il reddito superiore agli 80mila euro.

“Questo è un momento talmente critico- conclude Calenda- che le tasse le stiamo sospendendo. La proposta del Pd è un po’ stravagante“.

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“SERVE GRUPPO TECNICO PER DATA APERTURA AZIENDE”

“Da più di un mese noi di ‘Azione’ abbiamo proposto che si faccia un gruppo di lavoro, un gruppo tecnico che dica almeno quali sono le condizioni per riaprire. A che livello della curva? Con quali caratteristiche? Che tipo di materiali dobbiamo avere per riaprire? Di tutto questo non si sa nulla”, dice Calenda, rispondendo a una domanda sulla crisi di aziende, imprese e commercianti costretti alla chiusura. “Il problema non è dare una data inventata o auspicata. Dobbiamo avere una data che sia ben ponderata e chiarita– conclude Calenda- per portare tutto il Paese a quell’obiettivo, e il Governo non lo sta facendo”.

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