Capi e abbinamenti che gli uomini dovrebbero assolutamente evitare
Su capi e abbinamenti sbagliati, le bucce di banana su cui scivolare sono tante e insidiosissime. A volte è difficile rialzarsi perché alcuni errori madornali vanno a ledere così tanto la nostra immagine allo specchio che ci vuole un po’ per perdonarsi la svista. Parliamo chiaramente di cose forti: shorts inguinali oppure calzini bianchi con scarpe eleganti o perfino con le ciabatte, per intenderci. Per tutelare l’io dei guru della raffinatezza e soprattutto per tutelare voi, evitandovi figuracce e cadute di stile, abbiamo selezionato i don’t più definitivi che esistano in materia di moda. Ecco quindi delle istruzioni da seguire pedissequamente per non ritrovarvi mai a scuotere il capo di fronte allo specchio né vederlo scuotere agli altri, mentre ci guardano con disapprovazione.
L’accozzaglia di stampe diverse (anche no)
Troppe fantasie mixate assieme sortiscono un effetto ben lontano dalla sobrietà. Da questo assioma non se ne esce quindi, se siete famelici di motivi a pois, righe, camouflage e floreale, trattenetevi dal dare libero sfogo alle vostre pulsioni fashion. La regola aurea è quella della via di mezzo, meglio ancora se si scende a una sola stampa per ogni look. Pantaloni camou sì ma con il restante in tinta unita; camicia hawaiana se proprio, ma con il sotto monocolore. Una sola fantasia salva il look, senza esagerare con l’austerità ma nemmeno con l’effetto arlecchino.
Il calzino bianco con ciabatta
Il calzino bianco è da dosare sempre, qualsiasi sia la calzatura in cui lo infilate. Ad esempio con un paio di scarpe eleganti è da bandire come il parmigiano sul pesce, per dire. Lasciate dunque la calza sportiva bianca solo alle tenute ginniche o perlomeno in abbinamento a un paio di sneakers, per il resto evitatelo del tutto così andrete sul sicuro. La combo ciabatta aperta e calza bianca solo sei sei David Beckham. Anzi: neanche se sei Beckham! Quando lui l’ha indossata qualche mese fa, l’abbiamo cassato. Quindi immaginatevi cosa farebbero gli hater con voi se dovessero vedervi circolare con una tenuta del genere…
Il risvolto (meglio di no)
Se i vostri pantaloni sono troppo lunghi, portateli dalla mamma, dalla suocera, dalla zia (o dallo zio, parità di genere anche nel cucito ci vuole). Oppure andate sul sicuro, ossia in sartoria. Un pantalone con taglio sartoriale farà sempre la differenza mentre raffazzonare alla buona i dettagli non è mai la chiave di volta della raffinatezza. Comunque un mini risvolto che sia meno spesso del vostro dito indice può anche essere accettato, ma non di più, come dimensioni. E chiaramente bisogna tenere in considerazione anche l’occasione. Se il dress code è più o meno casual, ok. In caso di situazioni che richiedono eleganza, scordatevelo proprio.
Pantaloni troppo aderenti (giammai)
Il troppo stroppia sempre, anche il troppo skinny. Pantaloni aderentissimi, effetto seconda pelle, non sono la quintessenza dello charme. Già su un sedicenne stonerebbero, figuriamoci se siete entrati a far parte del mondo adulto… Preferite quindi pantaloni comodi, fluidi e che cadano bene. Non per forza oversize (anche perché troppo abbondanti risulterebbero comunque poco raffinati): la giusta via di mezzo è sempre la strada da percorrere. Fate la prova dell’oggetto in tasca: se infilando un fazzoletto, lo smartphone o una penna in tasca si vede chiaramente la forma, allora significa che i pantaloni sono esageratamente aderenti.
Shorts cortissimi (per l’amor del cielo)
Gli shorts non vanno eliminati del tutto, d’accordo, ma solamente se arrivano al ginocchio. I pantaloncini davvero -ini, ossia cortissimi, sono da scartare assolutamente. Quelli più lunghi, invece, da considerare solo per giocare a calcetto, lavare l’automobile in cortile o per portare a spasso il cane (meglio la sera, quando la luminosità è scarsa)… Ma se avete ancora nell’armadio reperti bellici dei vostri diciott’anni, è giunto il momento di liberarvene senza remore.
La stratificazione di troppi stili diversi
Prendere in prestito capi chic da stili anch’essi molto chic non significa però essere chic. E no, purtroppo non funziona così. L’accozzaglia di dettagli raffinati non dà l’affresco di raffinatezza, tutt’altro. Quindi un trench in panno grigio antracite (wow) da solo è al bacio, ma se poi aggiungete un paio di pantaloni in tartan scozzese multicolore, un blazer + camicia in popeline e cravatta, un giubbino di pelle nero, un cappello fedora a tesa larga, stringate blu e occhiali dalla montatura tonda à la Harry Potter… Beh, vi siete risposti da soli, no?
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