ROMA (ITALPRESS) – “Serie A staccata dalla Figc? Non è un tema nuovo, si è già discusso di questa possibilità. Durante l’assemblea i club hanno iniziato a discutere del documento di riforma. Nell’ambito della discussione si è detto se era il caso di avviare un discorso che possa portare a un modello Premier che significa disegnare i rapporti con il mondo federale in un nuovo modo. Le riforme costituzionali sono importanti e se si coglie che qualcosa non funziona è bene un cambiamento”. Così Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A, parla della possibilità di creare un modello Premier, a “Giù la maschera” su Rai Radio 1. Commentando poi le parole del presidente Gabriele Gravina, che aveva sottolineato come mancassero i presupposti per una scelta del genere, Casini risponde che, come Lega, “siamo rimasti sconcertati. La risposta sembra non dare considerazione alla componente più importante. La Serie A finanzia tutto il sistema, è impensabile che la governance federale non riconosca il suo ruolo”. Sul tema del Decreto Crescita, poi, “c’è molta disinformazione. Non dai media ma da chi ha individuato questo tema come un fantoccio facile da aggredire per risolvere problemi che nulla hanno a che vedere con la norma, che era l’unico vero vantaggio fiscale riconosciuto e che consentiva alle squadre di offrire degli stipendi più competitivi”. “Un anno fa circa, con il governo Draghi, si sono introdotti dei limiti per tutelare i vivai, così come introducendo la soglia del milione di euro – ha ricordato Casini – Dopo neanche un anno si toglie una norma che ha portato giocatori di qualità. Ci hanno sorpreso anche le dichiarazioni della Federazione che lo ha definito uno strumento non adatto”. Per quanto riguarda invece il format della serie A, “che ci sia bisogno di riforme sicuramente. Le grandi squadre, giocando tanto, vorrebbero ridurre il numero di partite e vedono la riduzione delle squadre come presupposto. Come Serie A vogliamo rimanere a 20, semmai bisognerebbe ragionare su format diversi. Ci sono piazze, come Palermo e Bari ad esempio, che sarebbe bene riuscire a coinvolgere visto che il Sud, in questo momento, è sotto rappresentato”.Poi, ragionando su un campionato in stile Nba senza retrocessioni, Casini ammette come “non vedo questo rischio, L’Italia è il paese dei campanili, del sogno di squadre che dalla Serie C arrivano in A. Che si possa però guardare agli Stati Uniti e avere strumenti e soluzioni moderne non è però da escludere”. Infine, sugli stadi: “Le infrastrutture sono il dramma del calcio italiano. Come Lega abbiamo chiesto che il comune e l’amministrazione comunale non rappresentino più il livello di governo per risolvere questo problema. Per noi sono opere strategiche di interesse nazionale che dovrebbero avere percorso burocratico accelerato. Non è un problema di risorse perchè i club le hanno. L’esempio è quello della Fiorentina che ha realizzato un centro sportivo come il Viola Park di livello mondiale. E lo ha fatto in 30 mesi a conferma che le infrastrutture private si possono realizzare. Bisogna avere dei modelli più semplici e come Lega abbiamo attivato un laboratorio infrastrutture dove siamo al servizio delle squadre facilitando i rapporti tra club e istituzioni”.
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