Certosa, il borgo del silenzio, sorto sui resti di un antico monastero

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All’ingresso della Val di Fosse, una piccola ma meravigliosa valle laterale della Val Senales, c’è un minuscolo borgo, Certosa, soprannominato “il paese del silenzio”. Questo appellativo ha una storia molto antica alle spalle.

Ospitava, nel XIV secolo, un’abbazia dell’Ordine certosino, la Certosa degli Angeli. Qui, i monaci, vestiti con una lunga tunica bianca, vivevano nel completo silenzio e nella solitudine. Ancora oggi, attraversando Certosa, si può riconoscere l’antica struttura del monastero immersa in un silenzio assoluto, che risale proprio all’epoca dei monaci.

Fu il Conte Enrico di Tirolo, forse per assicurarsi un posto nell’aldilà, a donare, nel 1325, questo appezzamento di terreno e i dieci masi annessi a un monaco in cerca di una terra dove insediarsi. Per più di 450 anni l’ordine certosino detenne il potere su questo borgo che allora si chiama Allerengelberg. Coperti da un cappuccio bianco, i monaci vivevano in religioso silenzio e ritirati nelle loro stanze. La loro vita era scandita dal ritmo della preghiera, un rito che si ripeteva ogni quattro ore.

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Il borgo nato sulle mura del convento @SiViaggia

I resti del muro di cinta del monastero, che oggi circonda buona parte del borgo, testimoniano il rapporto che un tempo c’era tra i religiosi e i contadini del luogo, obbligati al rispetto delle regole e al pagamento delle tasse. Furono proprio le ribellioni di questi ultimi al pagamento dei dazi a portare alla scomparsa del monastero.

Nel 1525 il monastero venne distrutto, in parte, dai contadini, durante le prime lotte. Quando i monaci fecero costruire un muro di cinta attorno alla struttura scoppiarono nuove rivolte nel 1782 e il monastero venne definitivamente sciolto su ordine dell’Imperatore Giuseppe II. Nessuno si fece avanti per acquistare l’intero complesso monastico abbandonato in un luogo così sperduto, le 12 celle dei monaci, la grande casa del priore e la chiesa del monastero, per questo motivo furono venduti alle famiglie povere che vivevano nei dintorni. Un incendio nel 1924 la distrusse quasi completamente, ma fu ricostruita diventando il paese che è oggi.

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Il borgo di Certosa @SiViaggia

Là dove c’erano le celle dei monaci sono state ricavate delle suggestive abitazioni, accessibili attraversando quel che resta dei lunghi chiostri. Abitazioni private sono sorte anche sui resti dell’antico edificio e c’è persino un incantevole ristorante (l’unico, se non si considera quello del solo hotel del paese) ricavato nella navata della chiesa conventuale che ha mantenuto le vetrate policrome di un tempo.

L’antico chiostro ristrutturato oggi ospita mostre temporanee mentre l’orto per la coltivazione di erbe officinali è il luogo ideale dove fare una sosta e prendersi del tempo per sé. Un giro attraverso il paese con 12 stazioni – riconoscibili per una targa che illustra le sagome dei monaci – racconta la storia del piccolo borgo. Bellissima e iconica è la fontana nel centro della piazza principale e che rappresenta dei monaci itineranti. Notevoli e da vedere e visitare sono soprattutto la Via Crucis del vecchio chiostro e l’antica cucina con dei segni mistici sulle pareti.

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I lunghi corridoi dell’ex convento @SiViaggia

Il silenzio è tutto ciò che resta dell’antica Certosa. Oggi ci vivono all’incirca 200 abitanti. Dall’alto dei suoi 1.300 metri d’altitudine domina l’ingresso della Val di Fosse. L’unico hotel, Rosa d’Oro, può ospitare i turisti regalando momenti di relax, anche nella sua scenografica spa. All’hotel appartiene anche una piccola cappella ai piedi della collina, raggiungibile percorrendo un breve sentiero, dove si celebrano matrimoni ma che è anche e soprattutto un luogo di silenzio e di meditazione.

Direttamente davanti alla porta dell’albergo ha inizio la Via Monachorum, un sentiero dedicato alla riflessione e alla meditazione, ma è anche un piacevole cammino. Questo percorso tematico, che in tre ore circa giunge a Monte Santa Caterina per concludersi a Madonna di Senales (o viceversa), è dedicato interamente al “Silentium” e invita a immergervisi completamente.

Ed è proprio questo silenzio il vanto con cui Certosa intende richiamare l’attenzione dei visitatori che ogni anno, d’estate o d’inverno, lo scelgono come rifugio, talvolta ignari di questa sua particolarità oppure volutamente, alla ricerca di un angolo di Alto Adige rimasto pressocché tale e quale a centinaia d’anni fa.

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La fontana dei monaci @SiViaggia

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