Che cosa si intende per sicurezza sul lavoro

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Sicurezza sul lavoro

Ogni anno il nostro Paese si fa tristemente protagonista di una serie di incidenti che vedono come vittime i lavoratori. I dati parlano con chiarezza a tale riguardo. Citiamo alcune cifre per far comprendere appieno la gravità della questione. Gli incidenti mortali sul lavoro in Italia nei primi 8 mesi dell’anno che sta per concludersi sono stati ben 677, con una media di quasi tre vittime al giorno.

Numeri di tale portata ci fanno intuire l’importanza della sicurezza sul lavoro, un tema di cui si parla poco ma che è fondamentale per la salvaguardia di chi ogni giorno opera nei più disparati settori: dalla ristorazione fino alle professioni legate alle emergenze, come nel caso della Polizia o dei Vigili del Fuoco.

Per meglio approfondire la conoscenza di questo argomento così attuale, nei prossimi paragrafi vedremo che cosa si intende per sicurezza sul lavoro, analizzando insieme alcuni concetti chiave sul tema.

Una definizione di sicurezza sul lavoro

Quando si parla di sicurezza sul lavoro ci si riferisce all’insieme di misure, provvedimenti e valutazioni che si devono adottare nei luoghi di lavoro, qualsiasi essi siano, per cercare di renderli il più sicuri possibili, così da garantire la salvaguardia di chi vi opera.

La sicurezza sul lavoro si basa su una serie di norme specificatamente pensate dal legislatore per eliminare, ridurre o controllare tutti gli eventuali rischi che possono prodursi in un contesto professionale. Tra questi ricordiamo:

  • i fattori di rischio derivanti dai processi lavorativi;
  • gli incidenti e gli infortuni;
  • l’insorgenza di malattie professionali.

Che cosa sono le malattie professionali

Il termine “malattie professionali” ingloba quelle patologie o quei disturbi la cui manifestazione è correlata all’esercizio di una determinata attività lavorativa.
Rientrano in questa categoria, malattie derivanti:

  • dal contatto con polveri o sostanze nocive;
  • da rumori non tollerabili dall’apparato uditivo;
  • da radiazioni;
  • da vibrazioni;
  • da posizioni scorrette di fronte ai terminali;
  • dall’utilizzo di materiali e di strumenti non adatti allo svolgimento di una professione;
  • da un’organizzazione irregolare dei processi produttivi;
  • da mobbing.

Su quali criteri si basa il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro

Il principale riferimento normativo che regola la sicurezza sul lavoro nel nostro Paese è il Decreto Legislativo 81/08, approvato il 4 aprile del 2008 ed entrato in vigore il 15 maggio dello stesso anno. Il testo della Legge Quadro ha ridisegnato la disciplina in materia di salute e di sicurezza sul lavoro nel suo complesso, a seguito dell’abrogazione del decreto legislativo 629/94.

Redigere un elenco completo di tutte le misure previste nel d.lgs. 81/2008 non è un compito semplice. È bene sapere che tali regole si applicano non solo ai dipendenti privati e pubblici, ma anche ai lavoratori autonomi nel caso in cui si trovino a dover svolgere le loro mansioni all’interno di un’azienda. Nel ventaglio delle misure proposte, si possono annoverare:

  • un percorso formativo specifico per i lavoratori, i dirigenti, i preposti e i rappresentanti dei lavoratori;
  • la valutazione dei rischi relativi a ciascuna attività professionale intrapresa;
  • il controllo sanitario degli operatori;
  • l’attenzione rivolta all’uso di agenti fisici, chimici e biologici;
  • una gestione finalizzata alla riduzione dei rischi, attraverso un apposito iter preventivo.

Il rispetto della normativa è essenziale per evitare sanzioni alle imprese e agli Enti ma soprattutto per tutelare i lavoratori e per creare un ambiente operativo sano e produttivo. Purtroppo questo diritto acquisito viene spesso messo in discussione a causa di attitudini poco attente o per mancanza di interesse da parte dei vari soggetti coinvolti. Il tutto scaturisce in significativi costi sociali e, nel peggiore dei casi, in perdite di vite umane.

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