Chiuso allevamento lager in Calabria, dove i Pitbull venivano torturati e lasciati senza acqua né cibo
Cani feriti e denutriti, strumenti di tortura, gabbie minuscole: questo è la scena raccapricciante che si è presentata ieri agli occhi delle forze dell’ordine quando hanno fatto irruzione nell’allevamento illegale di Pitbull allestito a Mendicino, in provincia di Cosenza. Per il 42enne che gestiva la struttura clandestina è scattata immediatamente la denuncia per maltrattamento animale e adesso rischia tre anni di reclusione. Il blitz della polizia è stato organizzato a seguito di una segnalazione da parte del movimento animalista Stop Animal Crimes Italia, che aveva proceduto con una simulazione di acquisto di un cucciolo di Pitbull.
La struttura di Mendicino si era trasformato in un vero e proprio lager, dove i cani venivano rinchiusi in piccoli box angusti e bui e lasciati senza cibo né acqua. Un esemplare in particolare era pieno di cicatrici al volto e palesemente denutrito.
Tutti gli animali dell’allevamento sono stati sequestrati e affidati agli specialisti per le cure veterinarie. Oltre a trovare i cani in condizioni spaventose, le forze dell’ordine hanno scoperto due tapis roulant, con esche appese (parti di cinghiali), usati per far correre gli animali fino allo sfinimento al fine di incattivirsi e un attrezzo usato per immobilizzare le femmine durante l’accoppiamento forzato con gli esemplari maschi.
Un posto infernale per i poveri animali, sottoposti a una violenza fisica e psicologica indicibile. Purtroppo questo è soltanto l’ennesima angosciante vicenda che riguarda i Pitbull, una delle razze più sfruttate in assoluto per i combattimenti clandestini.
Fonte: Stop Animal Crimes Italia
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