Cibi confezionati: 9 ingredienti dannosi che dovrebbero farti lasciare un prodotto sullo scaffale
Leggere l’etichette di questi tempi è fondamentale per evitare di acquistare prodotti pieni di sostanze controverse come possono essere conservanti, coloranti e aromi artificiali. Come sappiamo, indirizzare i consumi attraverso le nostre scelte consapevoli è un’arma vincente per fare in modo che i produttori cambino le proprie strategie (basta guardare cosa è accaduto con l’olio di palma).
Purtroppo gli alimenti confezionati sono spesso ricchi di sostanze che sarebbe meglio evitare consumando il più possibile cibi freschi e integrali e lasciando sugli scaffali i prodotti elaborati dalle grandi aziende alimentari. Una volta che si iniziano a guardare meglio le etichette, ci si rende infatti conto che ingredienti non certo sani sono presenti un po’ ovunque.
Dato però che non è sempre possibile fare a meno dei cibi confezionati è importante almeno sapere quali, tra i tanti ingredienti presenti in etichetta, sarebbero assolutamente da evitare, anche se purtroppo non è sempre facile individuarli.
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Ecco 8 ingredienti dannosi che possiamo trovare nei prodotti confezionati (e come leggere le etichette)
Dolcificanti artificiali e polioli
Spesso si legge in bella vista sul prodotto “senza zucchero”, questo però potrebbe non essere un bene. Sono infatti certamente presenti altri dolcificanti, il più delle volte artificiali. Alcuni studi hanno dimostrato che i dolcificanti artificiali provocano un aumento di peso maggiore di quanto fa lo zucchero, alzano di più la glicemia e aumentano il rischio di diabete. Inoltre una ricerca pubblicata sulla rivista Nature 3 ha evidenziato come questi dolcificanti (come l’aspartame, l’acesulfame di potassio, il sucralosio e la saccarina) alterano negativamente il microbioma intestinale andando a distruggere fino al 50% della flora batterica buona come nel caso del sucralosio (E955).
Oli vegetali e grassi Trans
I grass trans promuovono l’infiammazione, problema che è alla base della maggior parte delle malattie croniche. A lungo andare quindi possono aprire la strada a malattie come cancro, diabete e problemi cardiovascolari. I grassi trans possono aumentare notevolmente ad esempio il rischio di ictus. Uno studio nel 2010 che ha coinvolto donne in postmenopausa ha trovato una maggiore incidenza di ictus ischemico (+30%) tra le donne la cui assunzione giornaliera di grassi trans era più elevata.
Fortunatamente i grass trans sono stati in gran parte eliminati dalla maggior parte dei prodotti, al loro posto però sono comparsi gli oli vegetali, presenti nei cibi più elaborati come patatine, fritti, biscotti e altro. Sembra che attualmente negli Stati Uniti si mangino più di 100mila volte la quantità di oli vegetali che si consumavano nel 20esimo secolo.
Il problema è che a differenza dei grassi trans, i rischi che ci sono a consumare alcuni oli vegetali rimangono ignorati nonostante si sappia che, una volta riscaldati, vanno a rilasciare delle sostanze tossiche come le aldeidi cicliche, che sono altamente infiammatorie e possono promuovere malattie cardiache e Alzheimer. Tra l’altro oli vegetali come l’olio di soia, colza e mais possono essere stati ricavati da materie prime geneticamente modificate ed essere contaminati con il glifosato.
Aromi artificiali
Quando si vede il termine “aromi artificiali” su un’etichetta, non vi è alcun modo di sapere che cosa significa veramente. Questo potrebbe voler dire che è presente una sostanza naturalmente aromatica o invece una miscela composta da decine di altre sostanze. Ad esempio, il sapore di fragola artificiale può contenere circa 50 composti chimici differenti.
L’ “aroma naturale” può essere anche realizzato con qualcosa che sarebbe meglio non usare. Il sapore di vaniglia, ad esempio, in alcuni casi è realizzato con le secrezioni anali del castoro. Ma questo non è dato saperlo dato che sull’etichetta si leggerà sempre e comunque la più tranquillizzante scritta “aroma naturale”.
È stato dimostrato che alcuni aromi artificiali possono creare gravi problemi di salute. Ad esempio, il sapore del burro aggiunto al popcorn a microonde (diacetile) ha diverse implicazioni per la salute del cervello e può causare una malattia polmonare nota come “pop corn lung”.
Glutammato monosodico
Il glutammato è un esaltatore di sapidità spesso presente nel cibo cinese, ma attualmente aggiunto anche ad una serie di altri prodotti alimentari trasformati: dai prodotti surgelati ai condimenti, dalle patatine fritte alla carne. Non si trova sempre in etichetta sotto il nome di glutammato monosodico dato che è possibile utilizzare decine di altri nomi che fanno riferimento però sempre allo stesso prodotto: acido glutammico, proteine idrolizzate, estratto di lievito o altro. Parte del problema è che l’acido glutammico libero è lo stesso neurotrasmettitore che utilizza il cervello, il sistema nervoso, gli occhi, il pancreas e altri organi del nostro corpo per avviare alcuni processi all’interno dell’organismo. Anche se la Food and Drug Administration (FDA) continua a sostenere che il consumo di questa sostanza non provoca effetti negativi, molti esperti non sono d’accordo e la faccenda è molto controversa. Il glutammato potrebbe infatti essere legato all’obesità, alla comparsa di mal di testa, stanchezza, disorientamento, depressione, palpitazioni, intorpidimento e formicolio.
Coloranti artificiali
Uno studio del 2014 condotto dalla Purdue University suggerisce che i bambini probabilmente stanno consumando molti più coloranti alimentari di ciò che si pensa. La grande varietà di coloranti alimentari comuni uniti ad un conservante come il sodio benzoato renderebbero i bambini più iperattivi e distratti. Le quantità di coloranti, anche in una singola porzione di alcuni alimenti, sarebbero secondo gli esperti superiori ai livelli che potrebbero influenzare negativamente il comportamento dei bambini oltre che far scaturire reazioni allergiche. Ad esempio si è visto che, Red #40, che è il colorante più comunemente usato, può accelerare lo sviluppo di tumori mentre innesca anche iperattività nei bambini. Blu #2, utilizzato in dolci e bevande, è stato collegato a tumori cerebrali mentre il giallo #5, che viene utilizzato in prodotti da forno, caramelle, cereali è anch’esso legato alla iperattività, ipersensibilità e altri effetti sul comportamento bambini.
Fruttosio (HFC)
Si dice spesso che il fruttosio sia meglio dello zucchero, ma le cose non stanno esattamente così. Lo sciroppo di fruttosio, soprattutto negli Stati Uniti è molto utilizzato in quanto è poco costoso e si può aggiungere facilmente agli alimenti trasformati per renderli più appetibili. Questo dolcificante si nasconde in tanti alimenti compresi i condimenti e i cibi per bambini. Il fruttosio è metabolizzato principalmente nel fegato, qui però si comporta in una maniera molto simile all’alcool, causando disfunzione metabolica e convertendosi in grasso.
Conservanti (BHA e BHT)
Grazie ai conservanti, prodotti che si deperirebbero molto in fretta possono rimanere invece sugli scaffali dei nostri supermercati molto a lungo, a spese della nostra salute però! Ce ne sono moltissimi in commercio, si tratta infatti di una vasta categoria che comprende molte sostanze chimiche. Tra i peggiori ci sono il BHA e BHT (idrossitoluene butilato e Butilidrossitoluene) presente ad esempio nelle gomme da masticare, i cui potenziali rischi per la salute sono: comparsa di problemi neurologici, problemi comportamentali, ormonali, disfunzioni metaboliche e cancro.
Ci sono poi il TBHQ (terziario butil idrochinone) che può provocare nausea e vomito, sensazione di asfissia, acufeni, tossicità epatica e disfunzioni riproduttive; il Benzoato di sodio potenzialmente pericoloso in quanto potrebbe far sviluppare iperattività, asma, cirrosi, Parkinson e cancro; il nitrato di sodio (presente negli insaccati) accusato di favorire il cancro del colon-retto, dello stomaco e del pancreas e l’azodicarbonammide promotore di asma e allergie.
Ogm
Stiamo facendo di tutto per fare in modo che gli OGM non arrivino nel nostro paese ma purtroppo non possiamo verificare, semplicemente guardando sulle etichette, se in un determinato prodotto siano presenti o meno alcuni ingredienti geneticamente modificati. Nel dubbio meglio acquistare sempre di provenienza biologica, soprattutto i prodotti più a rischio OGM come ad esempio soia e mais.
Nitriti e nitrati
Nitriti e nitrati sono derivati dell’azoto che vengono utilizzati in diversi alimenti come additivi. Sono spesso presenti nei salumi e nelle carni lavorate dove sono utili ad accelerare il processo di produzione, ad ottenere un colore omogeneo e per definire l’aroma del prodotto.
Una volta ingeriti, i nitriti possono trasformarsi in nitrosammine, potenzialmente cancerogene. I nitrati, di base innocui, possono invece trasformarsi in nitriti entrando in contatto con batteri, calore o microrganismi come quelli contenuti nella saliva.
Si tratta di sostanze molto controverse e, secondo una nuova analisi pubblicata sull’International Journal of Epidemiology, nitriti e nitrati presenti nei salumi e in altre carni trasformate sono associati a una maggiore incidenza di tumori nei loro consumatori. Leggi anche: Nitriti e nitrati, bastano due fette di prosciutto al giorno per aumentare il rischio di cancro
Come scovarli in etichetta Generalmente è molto semplice, dato che il loro nome viene riportato per esteso, a volte però sono presenti sigle come E249 E250 (nitriti) o E251 E252 (nitrati).
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