Cinema e bellezza, Alberto Barbera “I canoni cambiano di continuo”
Tempo di Lettura: 3 minutiROMA (ITALPRESS) – Dall’invenzione dei fratelli Lumière a oggi, tra series e piattaforme, il cinema ha contribuito come nessun’altra arte alla definizione e diffusione dei modelli di bellezza. In quasi 130 anni, i canoni di riferimento sono stati tanti e sono cambiati enormemente. Senza considerare le prime star, dalla morbida Sofia Loren all’eterea Audrey Hepburn, […]
ROMA (ITALPRESS) – Dall’invenzione dei fratelli Lumière a oggi, tra series e piattaforme, il cinema ha contribuito come nessun’altra arte alla definizione e diffusione dei modelli di bellezza. In quasi 130 anni, i canoni di riferimento sono stati tanti e sono cambiati enormemente. Senza considerare le prime star, dalla morbida Sofia Loren all’eterea Audrey Hepburn, per arrivare a Scarlett Johansson, Zoe Saldana e Zendaya, il cambiamento degli ideali estetici non ha riguardato solo le donne ovviamente: Paul Newman, Vittorio Gassman, Denzel Washington, Leonardo DiCaprio e Cillian Murphy, in rappresentanza dei tanti belli del cinema, dimostrano che non c’è e non c’è mai stato un solo ideale, ma tanti modi diversi per esprimere fascino e carisma, ma anche i valori di un’epoca. Questi i temi trattati da Alberto Barbera, critico cinematografico e direttore della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Non è facile dire quale sia il canone di bellezza – ha esordito – E’ cambiato tutto rispetto ai primi cento anni di storia del cinema, quando i divi e le dive erano quelli che ora sono gli influencer e i tiktoker. Il cinema ha perso questo suo ruolo centrale: una volta i modelli erano chiari e definiti, seguendo il cinema si sapeva quali fossero quelli da applicare nella quotidianità. Oggi è tutto molto più fluido di quanto non fosse un tempo, non mi riferisco soltanto al confine sempre più labile tra i generi maschili e femminili, ma parlo dell’idea stessa di bellezza – ha spiegato – Persino la moda sta abbandonando l’idea di distinguere tra uomo e donna, si usano vestiti, accessori e tessuti in modo assolutamente indifferente tra i sessi”. Il canone di bellezza tra alcuni decenni fa e gli ultimi anni è radicalmente mutato: “Negli anni ’60 e ’70 l’ideale di bellezza femminile era incarnato da Marilyn Monroe, Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Brigitte Bardot – ha ricordato Barbera – Un seno grande, curve generosissime, labbra carnose, con l’idea di femminilità e bellezza che era coniugata con quella di erotismo e sensualità. Oggi l’attrice con maggior seguito sui social è Zendaya, lei è tutto l’opposto di quelle bellezze, è magrissima, quasi senza seno, longilinea, spesso usata in ruoli di conflitti – ha sottolineato – Siamo veramente giunti all’opposto con le attrici di oggi”.
“Non si lavora più nel costruire i divi, era un lavoro che richiede investimenti ma era destinato a lasciare tracce, per esempio Marilyn Monroe è ancora oggi vitale. Oggi si lanciano nuovi divi o presunti tali che durano lo spazio di un mattino, il giorno dopo sono dimenticati, si brucia tutto velocemente – ha aggiunto soffermandosi poi sui canoni maschili – Due anni fa a Venezia c’erano Timothee Chalamet e Harry Styles, che hanno fatto venire sul tappeto rosso tanta gente quanto ne vediamo in una finale di Champions. Sono gracili, vestono in modo improbabile, non capisci se il loro è un vestito da donna: è quello il modello, hanno un successo pazzesco”.
Il futuro è un’incognita, mentre per l’anno prossimo alla mostra di Venezia la formula sarà quella già vista negli ultimi anni: “2024? Quando un modello funziona non si cambia, la speranza è di trovare buoni film, sulla carta ce ne sono tanti che stanno arrivando, mi auguro possa essere un’altra edizione di successo. La velocità con cui cambiano i gusti, le mode e i riferimenti è talmente elevata che non sappiamo cosa sarà domani rispetto a oggi – ha concluso Barbera – Potrebbe succedere di tutto, anche magari che ritorni l’ideale di bellezza di 50 anni fa, dopo un pò magari ci si stufa di modelli androgini e fluidi”.
– foto Italpress –
(ITALPRESS).