Città del Messico dice addio alla statua di Cristoforo Colombo. Al suo posto un monumento che omaggia le donne indigene

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Per oltre 140 la statua di Cristoforo Colombo ha troneggiato su una rotonda del Paseo della Reforma, uno dei principali viali di Città del Messico. Ma, dopo essere stato rimosso lo scorso anno per essere restaurato, il monumento dedicato al navigatore italiano non tornerà più al suo posto. In sostituzione sarà eretta con una statua che rappresenta una donna indigena, come tributo all’antica civiltà olmeca. 

Ad annunciarlo è stato la sindaca della capitale messicana Claudia Sheinbaum. E per dare la notizia ai cittadini ha scelto una data simbolica: il 5 settembre, giorno in cui si commemora il Día Internacional de la Mujer Indígena.

Lo dobbiamo a loro ed esistiamo grazie a loro – ha spiegato Sheinbaum, facendo riferimento ai nativi del Messico, in particolare alle donne che si sono distinte per il loro coraggio – È la storia del nostro paese e della nostra patria.

Una nuova statua per rendere omaggio alle civiltà precolombiane 

 
Per onorare le civiltà precolombiane, lo scultore Pedro Reyes realizzerà una statua di una donna olmeca. Si pensa, infatti, che gli Olmechi siano una delle prime grandi civiltà di quello che sarebbe poi diventato Messico.
 
“È molto importante dedicare un monumento alle donne indigene e alla Terra, perché se qualcuno può insegnarci come prenderci cura di questo pianeta, sono i nostri popoli nativi, ed è proprio questo che dobbiamo imparare di nuovo” ha commentato Reyes al quotidiano messicano El Universal

La statua bronzea di Colombo, da molti considerata emblema del colonialismo, era stata danneggiata in passato durante le proteste del 1992, in occasione del 500° anniversario dell’arrivo di Colombo in America. Nell’ottobre del 2020, le autorità avevano deciso di rimuoverla per un restauro, ma – dopo un’attenta (e sacrosanta) valutazione – hanno deciso che il monumento non incarna i valori condivisi dalla comunità messicana. Anzi, rappresenta un simbolo del colonialismo e dell’etnocentrismo europeo. 

Addio ad un simbolo del colonialismo (sanguinario)

Sheinbaum ci ha tenuto a specificare che la sostituzione della statua non è un tentativo di cancellare il passato, ma piuttosto di garantire giustizia sociale e offrire un meritato riconoscimento alle civiltà che esistevano in Messico, prima della sanguinosa conquista avvenuta con l’arrivo di Colombo e dei popoli europei. 

Lo scorso anno, durante le proteste legate al movimento “Black Lives Matter” diverse statue del navigatore italiano sono state rimosse e vandalizzate negli Stati Uniti. Inoltre, il 12 ottobre in Messico non si celebra il Columbus Day, m il Dia de la Raza, una festa che riconosce “l’eredità mista indigena ed europea del Messico”. E negli scorsi anni i nativi messicani si ritrovano davanti alla statua di Colombo per denunciare i crimini coloniali e pretendere le scuse, attese da fin troppo tempo, per le violenze commesse dai colonizzatori europei e la Chiesa cattolica. 

In fondo, una statua non è soltanto un monumento. È l’incarnazione della storia e di una serie di valori sociali, culturali e religiosi. E il Messico ha tutto il diritto di riappropriarsi della sua identità. A partire dai simboli presenti nelle città.

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Fonte: Gobierno de la Ciudad de México

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