Come diventare apicoltore

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come diventare apicoltore

Il mondo delle api è davvero suggestivo. A questi insetti dobbiamo moltissimo. Un dato su tutti ci permette di capirlo senza indugi. Le api domestiche e selvatiche sono responsabili di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sulla nostro Pianeta. Con il loro prezioso lavoro, le piccole impollinatrici garantiscono circa il 35% della produzione globale di cibo. Tutelarle diviene quindi essenziale per la nostra stessa sopravvivenza. Per supportare questo importante obiettivo, molte persone decidono di intraprendere un particolare percorso professionale, divenendo apicoltori. Nell’articolo che vi proponiamo, conosceremo più da vicino questa figura. Scopriremo di cosa si occupa. Vedremo inoltre cosa occorre fare per poterlo diventare.

Che cosa fa un apicoltore

Quella dell’apicoltore è una professione coinvolgente. Questa figura si occupa di creare, di far sviluppare e di curare uno sciame d’api all’interno del suo rispettivo alveare. L’apicoltore è quindi impegnato nell’allevamento di questi fondamentali insetti, raccogliendo inoltre i prodotti frutto del loro lavoro, in particolar modo il miele e la cera ma non solo.

Sono numerose le persone che si avvicinano alla apicoltura come puro hobby. In molti casi, con il passare del tempo, la passione si tramuta in una vera e propria attività lavorativa. Tra i motivi principali per cui si decide di diventare apicoltori c’è la possibilità di lavorare a contatto con la natura. Chi ama per l’ambiente, nell’apicoltura può infatti trovare un settore perfetto per mettere a frutto le sue propensioni.

Diventare apicoltore: il percorso formativo

Non ci si può improvvisare apicoltori. Per poter interagire con insetti così importanti, occorre avere solide conoscenze su come curarli in maniera ottimale. Per diventare apicoltore occorre quindi, come primo passaggio, partecipare a un corso formativo professionale. Il corso serve per acquisire una conoscenza approfondita sulle caratteristiche e sul comportamento delle api. Si tratta di un presupposto cruciale, senza il quale non risulta possibile intraprendere l’attività di apicoltore.

Una volta conclusa la formazione, è fondamentale svolgere un periodo di affiancamento con un apicoltore in piena attività che sappia trasmettere le proprie competenze acquisite in anni di esperienza. Al termine del percorso, il neo apicoltore può dare avvio alla sua attività, aprendo una partita IVA, necessaria anche per poter vedere i vari prodotti ottenuti dalle api.

Le arnie e gli sciami

L’attività vera e propria inizia con l’acquisto di uno o più sciami e delle arnie, ovvero i ricoveri artificiali in cui vivono le colonie di api domestiche. In queste strutture, realizzate solitamente in legno, le api producono anche i frutti del loro incessante lavoro, in primis il miele. Per poterle posizionare è necessario avere a propria disposizione un terreno, possibilmente in un luogo sicuro e privo di agenti inquinanti.

È opportuno sapere che esiste una normativa specifica per la collocazione delle arnie. Le strutture non possono essere posizionate sul territorio a proprio piacimento ma la loro localizzazione va comunicata agli enti preposti.

Generalmente, le arnie vanno collocate a 35-40 centimetri l’una dall’altra. Se sono disposte in file, deve esserci una distanza di almeno quattro metri da una fila all’altra.
In caso di eventuali spostamenti delle strutture occorre inoltre ottenere l’autorizzazione da parte di un veterinario. La salute delle api è infatti di sua competenza.

Per l’acquisto degli sciami conviene invece rivolgersi ad apicoltori conosciuti, in modo da evitare di imbattersi in sciami malati.

È infine opportuno ricordare che anche la vendita dei prodotti ottenuti dalle api richiede specifiche autorizzazioni di carattere igienico-sanitario in materia di produzione e di vendita di alimenti.

Quanto guadagna un apicoltore

I guadagni degli apicoltori variano in base al numero delle arnie gestite. In genere, lo stipendio medio di un apicoltore si aggira comunque intorno ai 22 mila euro all’anno. Lo stipendio massimo può invece superare i 60 mila euro lordi annuali.

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