Come diventare cuoco

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Come diventare cuoco

La passione per la cucina accomuna moltissime persone. Del resto, dietro a un buon piatto non si nasconde solo una pietanza da gustare. La cucina è anche sinonimo di convivialità e di socievolezza. L’amore per la cucina può trasformarsi anche in un ambizioso mestiere: quello di cuoco. Sono numerose le persone che mirano a intraprendere una simile attività lavorativa. Non tutti sanno però quale sia il percorso da seguire. Nei prossimi paragrafi scopriremo allora come diventare cuoco.

Qual è la differenza tra cuoco e Chef

Iniziamo la nostra guida chiarendo una differenza basilare, quella tra cuoco e Chef. All’atto pratico la prima figura opera su ordine della seconda. Lo Chef si occupa infatti di ideare i piatti impartendo indicazioni ai capocuochi. Questi a loro volta coordinano e dirigono il team di cuochi. Tra le sue mansioni, lo chef crea il menù, elabora nuove ricette, sorveglia la realizzazione dei piatti. Si occupa inoltre di scegliere e di formare il personale con cui andrà a collaborare in cucina. Un vero coordinatore insomma, responsabile della cucina in ogni suo aspetto rilevante.

Formazione per diventare cuoco

In genere per intraprendere il mestiere di cuoco si procede con l’iscrizione a un Istituto Alberghiero. Nel nostro paese ve ne sono diversi, distribuiti nelle varie regioni. Come accade con ogni scuola, la scelta dell’Istituto va effettuata valutando diversi fattori, tra cui la distanza da casa ma anche il tipo di formazione finale che si vuole ottenere. Questo vale soprattutto se si ha l’ambizione di diventare uno Chef di alto livello.

Gavetta per diventare cuoco

Una volta ottenuto il diploma, quando possibile, risulta utile frequentare degli specifici corsi di formazione per approfondire le proprie competenze. Come accade con tutti i mestieri della ristorazione e non solo, comunque, è soprattutto l’esperienza sul campo a contare. L’ideale quindi è iniziare a inviare curricula e a contattare ristoranti in cui poter svolgere il primo periodo di praticantato.

Diventare cuoco richiede un notevole impegno sotto il profilo delle competenze sul campo. La passione e la voglia di mettersi in gioco costituiscono due elementi fondamentali. Il lavoro in cucina è faticoso e richiede concentrazione, oltre che una propensione innata per la formazione continua. Un buon cuoco deve essere infatti sempre al passo con i tempi, così da rispondere nel migliore dei modi alle esigenze della propria clientela e alle continue novità del mercato.

Quanto lavora un cuoco

L’impegno, come abbiamo detto, è un aspetto di grande rilievo. Occorre essere consapevoli del fatto che un cuoco è sottoposto a ritmi pressanti oltre che a un orario atipico. Basti pensare che generalmente un cuoco può lavorare anche nei fine settimana e durante le festività, spesso senza esclusioni.

I suoi turni lavorativi possono inoltre prolungarsi fino a tarda serata. L’orario di lavoro tra l’altro supera spesso le otto ore giornaliere.

Come diventare cuoco senza aver fatto l’Alberghiero

Malgrado sia preferibile prendere un diploma presso un Istituto Alberghiero esistono altre alternative per diventare cuoco. Una strada valida consiste nel frequentare dei corsi di cucina professionali e professionalizzanti che, nella maggior parte dei casi, prevedono anche l’opportunità per l’aspirante cuoco di fare degli stage presso strutture qualificate.

A livello formativo, l’Istituto Alberghiero resta comunque la scelta migliore. Soprattutto se ben organizzata e adeguatamente fornita di attrezzature, una simile scuola può imprimere una preparazione significativa, trasmettendo tutti gli elementi chiave per diventare un buon cuoco.

Quanto guadagna un cuoco

Lo stipendio medio di un cuoco si aggira sui 1.850 euro netti al mese, per circa 35.500 euro lordi all’anno. Soprattutto all’inizio della carriera si può partire da minimo di 900 euro netti al mese per arrivare nel tempo a un massimo di circa 7mila euro netti mensili, nel caso in cui si diventi Chef. Ovviamente lo stipendio del cuoco è anche correlato alla tipologia e al livello della struttura in cui si esercita.

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