Comunicazione, digitale accelera ma componente umana resta centrale

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Tempo di Lettura: 3 minutiMILANO (ITALPRESS) – “La parola giusta per spiegare il cambiamento nel mondo della comunicazione è ‘complessità’. Un aspetto fondamentale è riuscire a governarla, comprenderla e interpretarla”. Lo ha detto Filippo Nani, presidente di Ferpi, la Federazione delle Relazioni Pubbliche Italiana, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy.“La pandemia – ha continuato Nani […]

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MILANO (ITALPRESS) – “La parola giusta per spiegare il cambiamento nel mondo della comunicazione è ‘complessità’. Un aspetto fondamentale è riuscire a governarla, comprenderla e interpretarla”. Lo ha detto Filippo Nani, presidente di Ferpi, la Federazione delle Relazioni Pubbliche Italiana, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy.
“La pandemia – ha continuato Nani – ha rappresentato un grande momento di cambiamento, che ci ha fatto capire l’importanza della comunicazione e di quanto sia un aspetto delicato, strategico e da gestire con estrema attenzione perchè una comunicazione sbagliata rischia di produrre danni alla salute delle persone. Da questo punto di vista – ha proseguito – un aspetto su cui insisteremo molto è il tema della responsabilità perchè usiamo strumenti delicati e quando comunichiamo all’esterno dobbiamo essere consapevoli dell’impatto che possono avere sulla comunità. Con la pandemia le aziende si sono svuotate e molti non sono più stati in ufficio, quindi le aziende hanno avuto bisogno di cambiare la comunicazione e dare molto più peso a quella interna. Poi la pandemia ha dato anche una grossa accelerazione – ha aggiunto – all’utilizzo del digitale da parte di una fascia di popolazione che prima non vi accedeva. Tutto questo ha generato maggiore attenzione da parte delle persone nei confronti di quello che fanno le aziende. Questo aumenta la responsabilità che hanno le aziende. E’ innegabile: il loro impatto nella comunicazione è aumentato moltissimo. Il nostro ruolo di comunicatori – ha evidenziato – è rendere sempre coerente il messaggio con quello che viene fatto”.
Per i giovani imprenditori, quindi, il consiglio è “prepararsi a gestire la complessità”. “Viviamo in un mondo più complesso ma alla fine le relazioni sono quelle che contano più di tutto”, ha detto.
Il presidente di Ferpi si è soffermato anche sugli obiettivi della Federazione. “La nostra missione – ha spiegato – è fare cultura della professione e aiutare i nostri soci a crescere professionalmente ed essere sempre formati. Uno degli obiettivi più importanti è essere pedagogici. La formazione e l’aggiornamento sono elementi fondamentali”.
Nani è stato eletto presidente di Ferpi per il triennio 2023-2026. Per il progetto di questi anni “abbiamo usato le parole chiave delle cinque Lezioni americane di Italo Calvino”, ha spiegato. “La prima – ha proseguito – è la questione della leggerezza, interna all’associazione, che deve essere agile e veloce. Poi c’è la questione della rapidità, legata al tema della leggerezza. La terza lezione è quella dell’esattezza. Poi la quarta lezione è quella della visibilità e la quinta, anche se non è mai stata in realtà preparata da Calvino, è quella della molteplicità. E’ il valore aggiunto di Ferpi perchè abbiamo soci con esperienze diverse”.
Alla comunicazione può essere affiancata la parola “innovazione”. “Questi due aspetti vanno di pari passo”, ha evidenziato. “Ho iniziato la professione mandando fax – ha continuato -, nel tempo è arrivata la posta elettronica. Tutti questi cambiamenti hanno consentito di migliorare il nostro lavoro. Ci hanno aiutato a migliorare la nostra professione, a farla sempre più veloce e rispondente alle esigenze dei clienti o le organizzazioni per le quali lavoriamo. Non mi spaventa il tema dell’intelligenza artificiale. Credo che dobbiamo essere in grado di governare questi cambiamenti e sfruttare fino in fondo le opportunità che ci danno. Poi c’è l’aspetto delle relazioni, del contatto e dell’intelligenza umana che una macchina non potrà mai sostituire”.
“Quello – ha aggiunto – è l’elemento su cui si deve basare la visione di chi fa il mestiere di comunicatore nei confronti delle nuove tecnologie. Dobbiamo sapere – ha concluso – che ci possono affiancare, aiutare, ma la parte del rapporto con stakeholder e interlocutori non potrà mai essere affidata a una macchina”.

– foto Italpress –

(ITALPRESS).

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