Consiglio di Stato respinge ricorso Reggina. Lecco e Brescia in B
Tempo di Lettura: 2 minutiROMA (ITALPRESS) – Lecco e Brescia in Serie B, Reggina nei dilettanti mentre a prendere parte alla Serie C sarà la Casertana. La decisione della quinta sezione del Consiglio di Stato, che ha rigettato i ricorsi del Perugia contro l’ammissione alla serie cadetta del Lecco, e della Reggina per la mancata iscrizione alla Serie B […]
ROMA (ITALPRESS) – Lecco e Brescia in Serie B, Reggina nei dilettanti mentre a prendere parte alla Serie C sarà la Casertana. La decisione della quinta sezione del Consiglio di Stato, che ha rigettato i ricorsi del Perugia contro l’ammissione alla serie cadetta del Lecco, e della Reggina per la mancata iscrizione alla Serie B per la vicenda riguardante la tempistica dei pagamenti nei tempi prestabiliti dei contributi Irpef e Inps, confermando quanto aveva stabilito già il Tar del Lazio dando così un assetto definito ai campionati. Il primo verdetto aveva sancito la promozione, anche fuori dal campo, del Lecco: secondo l’accusa del Perugia, infatti, la concessione della licenza a prendere parte al campionato di B non sarebbe potuta essere accettata non avendo questo indicato, entro i termini previsti, la disponibilità di uno stadio idoneo ad ospitare il club, nonostante il Lecco, alla scadenza stabilita, ossia il 15 giugno, non era ancora certo della promozione in Serie B. “L’approvazione manifestata dalle autorità conferma la trasparenza e la coerenza del percorso intrapreso dal club, confermando il nostro impegno verso i valori del gioco leale e dell’integrità sportiva. Guardiamo ora al futuro con rinnovato spirito, pronti a continuare a contribuire allo sviluppo del calcio locale e nazionale” si legge nella nota con cui il Lecco ha voluto commentare la sentenza. Destino diverso, invece, per la Reggina che ha visto respingere il proprio ricorso. La questione fondamentale della vicenda ruotava intorno al termine di pagamento dei debiti tributari e previdenziali: i giudici hanno valutato che “consentire una deroga del termine perentorio avrebbe comportato una vistosa e inaccettabile violazione della par condicio”. Il club calabrese, infatti, non aveva rispettato le scadenze federali – con la data iniziale che era quella del 20 giugno – sulla base di quanto indicato dal Tribunale Fallimentare di Reggio Calabria, che aveva invece disposto il pagamento “entro il 12 luglio”. Secondo il Consiglio di Stato, quindi, la FIGC ha correttamente ritenuto non idoneo il pagamento in data 5 luglio in quanto il Tribunale fallimentare “non ha alcuna giurisdizione in materia sportiva” e non è ipotizzabile che un termine previsto da un provvedimento di omologazione si imponga e prevalga di per sè sul termine previsto dal Manuale delle licenze. Nel caso della Reggina, quindi, il termine fissato dall’ordinamento sportivo al 20 giugno 2023 non può subire deroghe ad opera di un ordinamento giuridico esterno a quello sportivo, se non negli stretti limiti in cui l’ordinamento sportivo vi consente, e nella specie tali limiti non sono stati rispettati condannando la squadra calabrese a ripartire dai dilettanti con il Brescia al suo posto in B e la Casertana a disputare la Serie C.
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(ITALPRESS).