Consulta Caf: “Pasticcio Imu, i cittadini fanno fatica a pagare”

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La Consulta dei Caf aveva chiesto di sospendere la rata di giugno e ora torna a scrivere al Mef: "Almeno prevedere sospensione sanzioni" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – La Consulta nazionale dei Caf ha raccolto nelle ultime settimane lo smarrimento e il disagio di una larga platea di contribuenti, che lamentano difficoltà economiche e forte apprensione (per le possibili conseguenze anche di ordine sanitario), nell’adempiere al versamento della prima rata Imu per il 2020, la cui scadenza è prevista per il prossimo 16 giugno.

A questo proposito, si legge in una nota, già lo scorso 25 maggio la Consulta ha inviato al ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri e all’Anci, l’associazione dei Comuni italiani una lettera in cui, nel rappresentare questa problematicità generalizzata, invitava a valutare la possibilità di sospendere la scadenza di giugno e a prevedere, per il 2020, un unico versamento entro il prossimo 16 dicembre.

“NON SIAMO STATI ASCOLTATI”

“Purtroppo- dichiarano Massimo Bagnoli e Mauro Soldini, coordinatori della Consulta Nazionale dei Caf- le nostre richieste non hanno trovato attenzione, anzi, con la risoluzione del dipartimento Finanze di soli due giorni fa viene affermato che è di competenza dei Comuni la gestione delle proprie entrate tributarie e quindi la disciplina delle modalità di riscossione, ivi comprese quelle relative al differimento dei termini di versamento. Tale differimento deve essere dunque deliberato dal Consiglio comunale e, soprattutto, non può riguardare la quota Imu di competenza statale relativa agli immobili a destinazione produttiva”.

“ALMENO SOSPENDERE SANZIONI”

“Pur rendendoci conto della delicatezza della questione e delle necessità relative all’ambito finanziario delle Amministrazioni comunali- proseguono i due coordinatori- abbiamo deciso di scrivere nuovamente sia al Mef che all’Anci, l’associazione dei Comuni italiani”. La proposta contenuta in questa seconda missiva è quella di prevedere in ogni caso la non applicazione ope legis delle sanzioni per i versamenti eseguiti entro il 30 settembre e, nel caso di delibere con differimento dei termini, che queste fossero obbligatoriamente pubblicate sul sito istituzionale del dipartimento Finanze del Mef, per permettere ai contribuenti e agli operatori dei Caf di attingere a tali informazioni utili, in un unico contenitore, al fine di semplificare l’attività e casomai evitare loro inutili prolungate permanenze nelle sedi.

“Centri di assistenza fiscale rappresentati dalla Consulta nazionale dei Caf – concludono Massimo Bagnoli e Mauro Soldini- hanno un punto di osservazione privilegiato e non possono nascondere le preoccupazioni legate a una tale frammentazione di trattamenti nei confronti dei cittadini, che si stanno rivolgendo ai nostri uffici, peraltro, in condizioni di disagio psicologico, dovuto al sottostare alle necessarie misure di protezione sanitaria”.

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