Coprifuoco in Lombardia, verso lo stop agli spostamenti dalle 23 alle 5 e obbligo di autocertificazione

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Coprifuoco in Lombardia già dai prossimi giorni, dalle 23 alle 5. Tutti chiusi in casa, come durante il lockdown. Una notizia che sta circolando in queste ore, ormai data per certa anche se ancora non è stata pubblicata sui canali ufficiali della Regione.

Tutti la stanno dando per certa: la Lombardia va verso il coprifuoco e sarà di nuovo necessaria l’autocertificazione per gli spostamenti. A confermarlo è stato anche il sindaco di Milano Beppe Sala, che in una diretta video di qualche ora fa ha parlato di

“ipotesi che sta diventando un’ordinanza della Regione Lombardia di chiudere le città e i centri dalle 23 alle 5 di mattina”.

Il video è lungo. Ma oggi non potrebbe essere diversamente.

Pubblicato da Beppe Sala su Mercoledì 21 ottobre 2020

Il Messaggero ha pubblicato un documento che ne attesta la firma.

“Coprifuoco dalle 23 alle 5 a partire da giovedì 23 ottobre, consentiti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o d’urgenza ovvero per motivi di salute, in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, dimora o residenza e autodichiarazione per certificare gli spostamenti: sono le misure contenute nell’ordinanza emanata oggi in Lombardia e firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza e dal presidente della Regione, Attilio Fontana valida fino al 13 novembre 2020” spiega il Messaggero secondo cui “sarà necessaria una autocertificazione e le sanzioni sono quelle previste dal decreto dello scorso 25 marzo sull’emergenza coronavirus”.

ilmessaggero

©ilmessaggero

Qui il testo dell’ordinanza riportato sul Messaggero

A richiedere al Governo e al Ministro della salute Speranza il coprifuoco qualche giorno fa erano i sindaci di tutti i Comuni capoluogo della Lombardia, il presidente dell’Anci, Mauro Guerra, i capigruppo di maggioranza e di opposizione e il governatore Attilio Fontana, che avevano preventivato lo stop di tutte le attività e degli spostamenti, ad esclusione dei casi ‘eccezionali’ (motivi di salute, lavoro e comprovata necessità), nell’intera Lombardia dalle ore 23 alle 5 del mattino:

“Una proposta che nasce dalla rapida evoluzione della curva epidemiologica e dalla previsione della ‘Commissione indicatori’ istituita dalla DG Welfare. Secondo cui, al 31 ottobre, potrebbero esserci circa 600 ricoverati in terapia intensiva. E fino a 4.000 in terapia non intensiva”.

Restiamo in attesa di ulteriori conferme da parte della Regione Lombardia e del Ministero della salute.

Fonti di riferimento: Regione Lombardia, Il Messaggero, Facebook/Beppe Sala

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