Corinaldo, curiosità e leggende sul paese dei matti

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Corinaldo è un borgo tra i più belli d’Italia, conosciuto anche come “il paese dei matti” (e dei santi). Tante le curiosità e leggende che si tramandano sugli abitanti e i luoghi storici di questo piccolo centro dell’entroterra marchigiano.

Nel cuore delle Marche, in provincia di Ancora, sorge Corinaldo uno splendido borgo (eletto il più bello d’Italia nel 2007) che merita di essere visitato almeno una volta nella vita. In posizione strategica in cima ad un colle e circondato da campi di girasoli e vigneti, è caratterizzato da un impianto urbano tipicamente medievale e rinascimentale.

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ermess/Shutterstock

Difeso da una intatta cerchia di mura, fra le meglio conservate delle Marche, Corinaldo incuriosisce non solo per il suo centro storico ben conservato e curato ma anche per le tante leggende che circolano in merito ai suoi bizzarri abitanti, tanto da far guadagnare a questo borgo il soprannome di “città dei Matti”.

La storia di Scuretto

Da non perdere una visita alla casa di Scuretto sulla cui facciata una targa riporta la seguente storia:

“Questa è la “casa” di Scuretto, al secolo Gaetano, calzolaio, uomo semplice ed eccellente bevitore. Il figlio, emigrato in America, gli mandava regolarmente dei soldi per costruire una casa, a Corinaldo, dove tornare un giorno ad abitarvi. Scuretto i soldi se li beveva regolarmente nelle osterie del borgo, finché il figlio, insospettitosi, chiese una foto della casa. Scuretto allora fece costruire solo la facciata, con tanto di numero civico, e si fece fotografare di fronte, come affacciato ad una delle finestre. La casa o meglio la facciata, oggi è ancora qui, incompiuta, anche perché i soldi non arrivarono più.”

La leggenda del Pozzo della Polenta

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Daniele Novati/Shutterstcok

Sulla cima della scalinata della Piaggia vi è il Pozzo della Polenta, uno dei luoghi più caratteristici di Corinaldo, legato ad una delle leggende più antiche della città. Si racconta che una notte d’inverno un contadino stanco si riposò ai bordi del pozzo ma, al risveglio, si accorse che il pesante sacco di polenta che trasportava era caduto proprio nel pozzo. Cerco allora di calarsi all’interno e, da allora, nessuno lo vide più. Le donne del paese per lungo tempo raccontarono che l’uomo era in fondo al pozzo a mangiare la polenta e sembra che qualcuno ogni tanto calasse giù anche qualche salsiccia per fargli variare menù!

Da allora gli abitanti di Corinaldo sono soprannominati i “polentari” e da questa storia è nata anche la Contesa della Polenta, una rievocazione che si svolge a Corinaldo ogni anno a luglio.

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Daniele Novati/Shutterstcok

La leggenda del cannone di fico

La leggenda vuole che il “cannone di fico” fu costruito, come dice anche il nome, da un tronco di fico per attaccare Montenovo (ora Ostra Vetere). Una volta finito, una squadra di uomini lo portò sulle mura e si apprestò ad utilizzarlo.

7 persone reggevano il cannone mentre il capo dava fuoco alla miccia. Dopo il boato si scoprì che erano tutti morti, tranne il capo che si salvò miracolosamente ed esclamò:

“Accidenti che botto! Il cannone ha fatto il suo dovere. Da noi solo sette morti! Chissa’ quanti ne avremo uccisi a Montenovo!”

I matti di Corinaldo

Nel libro “I matti di Corinaldo” Mario Carafòli, basandosi sulle memorie del Cavalier Nicola Bolognini Bordi, ha elencato una serie di personaggi “particolari” vissuti nel paese in diverse epoche.

Racconta ad esempio del signor Atavico, appassionato di caccia, che all’una di notte si svegliava, guardava il cielo e girava la città per informare i cacciatori sul meteo; del signor Gnecco, sempre ubriaco, che un giorno si buttò nudo nella fontana e i carabinieri lo tennero in prigione per 2 giorni oppure di Pietrino Del Mosciuto che scrisse una lettera a Francesco Crispi, allora presidente del Consiglio, protestando perché aveva dichiarato guerra senza interpellarlo.

C’è infine Paolo Colombaroni, soprannominato Farinello, che scappò per arruolarsi con Garibaldi ma anche una volta tornato a casa continuò a comportarsi come un soldato andando in giro con la camicia rossa anche quando portava i sacchi di farina. Per questo era preso in giro da tutti.

Non a caso, proprio a Corinaldo si svolge la Festa dei Folli, dal 21 al 25 aprile di ogni anno, durante la quale è possibile ottenere il “Passaporto da Matto”.

Santa Maria Goretti

Come dicevamo all’inizio, Corinaldo è anche paese di Santi. Qui è nata infatti Maria Goretti, Marietta come la chiamavano nel borgo, nata il 16 ottobre 1890 da una famiglia molto povera e canonizzata dalla Chiesa Cattolica il 24 giugno 1950.

Aveva solo 12 anni quando un giovane tentò di violentarla e alla fine la colpì ripetutamente con un punteruolo lasciandola in fin di vita. Maria morirà il giorno seguente in ospedale ma non prima di aver chiesto alla madre di perdonare il suo assassino.

“Per amore di Gesù lo perdono, voglio che venga con me in Paradiso” si dice abbia pronunciato Maria Goretti.

A Corinaldo si può visitare la casa natale di Maria Goretti e il santuario a lei dedicato.

Fonti: Corinaldo Turismo / La memoria dei luoghi

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