Coronavirus, a Firenze il memoriale per medici e infermieri

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santa croce

Per loro, eroi durante la pandemia, uno spazio nella basilica di Santa Croce di Firenze, luogo della memoria collettiva del Paese Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

FIRENZE – Un memoriale nel pantheon dei grandi. Anche medici e infermieri, eroi contemporanei ai tempi del covid, avranno uno spazio speciale nella basilica di Santa Croce di Firenze, luogo della memoria collettiva del Paese. L’annuncio è stato dato dall’Opera di Santa Croce con la comunità dei frati minori conventuali, il Fondo edifici di culto (Fec), il Comune di Firenze, la Federazione nazionale ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (FNOMCeO) e la Federazione nazionale ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI). Nell’occasione, inoltre, è stato presentato anche il restauro del monumento a Florence Nightingale, la fondatrice della moderna scienza infermieristica, nata duecento anni fa proprio a Firenze. Il progetto, infatti, è stato presentato da Irene Sanesi e Stefano Filipponi, presidente e segretario generale dell’Opera di Santa Croce, padre Paolo Bocci, rettore della basilica, Anna Chiti Batelli in rappresentanza del prefetto di Firenze e del Fondo Edifici di Culto, Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune, Barbara Mangiacavalli, presidente di FNOPI, Teresita Mazzei, presidente dell’Ordine dei medici di Firenze in rappresentanza di FNOMCeO.

La presentazione è stata aperta da un minuto di silenzio. L’impegno e il sacrificio di medici, infermieri e operatori sanitari- donne e uomini- che hanno perso la vita in Italia per salvare migliaia di vite umane e combattere il covid 19 avrà quindi uno spazio speciale di ricordo perenne.

Irene Sanesi e Teresa Mazzei

Irene Sanesi e Teresa Mazzei

Nel primo chiostro, dove si affaccia la cappella Pazzi, verrà realizzato un monumento dedicato ai 172 medici, ai 40 infermieri e a tutti gli operatori sanitari rimasti vittima della pandemia nell’esercizio della loro missione professionale.

Lo spazio scelto non è casuale, porta a uno dei drammi dell’umanità del Novecento: è il parco della Rimembranza dove sono ricordati dieci giovani eroi della prima guerra mondiale. La solida trama della memoria rimanda poi ai grandi: Machiavelli, Michelangelo, Galileo, Dante e Foscolo, i cui monumenti si trovano all’interno della basilica.

Presto i promotori del progetto, insieme, individueranno l’istituzione culturale e l’artista chiamati a collaborare per far entrare le storie di dolore e di coraggio, vissute nelle corsie degli ospedali e delle strutture sanitarie italiane, nella dimensione di una memoria che appartiene a tutti e diventa storia condivisa del Paese.

“Firenze- sottolinea l’assessore Sacchi- una volta di più rende omaggio agli infermieri e ai medici che hanno perso la vita salvandone altre. Dopo i fiorini d’oro che il sindaco Nardella ha voluto dedicare a chi ha dato la vita” per la causa, “oggi siamo in Santa Croce per l’annuncio di un memoriale che possa ricordare per sempre i morti del personale sanitario. Crediamo che Firenze, città della solidarietà, del dialogo e dei diritti umani, debba oggi a pochi giorni dall’apertura dei luoghi di cultura, dare un segnale fortissimo al mondo“.

FNOPI: “CORONAVIRUS C’È ANCORA, CITTADINI NON ABBASSINO LA GUARDIA”

“Il covid c’è ancora, è inutile dire che è in una fase di stallo. C’è, lo vediamo dai dati divulgati dagli enti governativi”. Quindi “gli infermieri chiedono ai cittadini di non abbassare la guardia, di continuare a comportarsi come sempre, con tutte le precauzioni che governo e Regioni indicano di volta in volta. Impariamo a convivere con queste precauzioni”, ma “non adottando atteggiamenti negazionisti perché questi non fanno bene al popolo”. Lo chiede Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), nel chiostro della basilica di Santa Croce, a Firenze, dove sarà realizzato un memoriale dedicato a medici e infermieri.

“E’ pur vero- prosegue all’Agenzia Dire- che è diminuita la pressione su ospedali e terapie intensive, ma è anche vero che trovata una persona positiva tutta la macchina organizzativa viene messa in moto per il tracciamento dei contatti e il monitoraggio: è una macchina che, oltre ad essere impegnativa, in qualche modo ricondiziona la vita quotidiana e la socialità”.

Rivolgendosi, poi, a governo, ministero della Salute e Regioni, “gli infermieri, come tutti gli operatori sanitari, chiedono la messa a terra di tutti quei principi normativi sanciti dai provvedimenti che si sono via via succeduti in queste settimane, da ultimo quelli che stanno per essere approvati definitivamente. Queste norme contengono già tutto, la messa in sicurezza degli organici, delle attrezzature, l’approvvigionamento di protezione individuali. Chiediamo che si passi dalle parole ai fatti: quanto annunciato nelle norme diventino modalità operative e organizzative concrete all’interno delle diverse realtà”.

Soffermandosi sul memoriale Mangiacavalli sottolinea: “L’effetto si fa fatica a descrivere, perché questo luogo è quasi sacro per quel che rappresenta nella storia del nostro popolo. Aver avuto la possibilità di entrare in questo chiostro, dove peraltro c’è una statua dedicata alla nostra fondatrice Florence Nightingale, con un memoriale per gli operatori sanitari che hanno dato la loro vita per questa pandemia, è un’emozione che tocca il profondo. Non può lasciarci indifferenti, ma ci deve aiutare a guardare il futuro, partendo da quello che la storia ci ha insegnato, senza ripetere gli errori del passato ma imparando da essi, per la scienza, l’assistenza infermieristica e l’educazione di ogni cittadino”.

Mangiacavalli, infine, ricorda il fondo di solidarietà creato da Fnopi, ‘#noipergliinfermieri‘, per “i nostri colleghi che hanno perso la vita. Abbiamo attivato per loro e i loro familiari un fondo affinché si possa pensare di tornare ad una normalità certo diversa, ma con una possibilità di ristoro rispetto al sacrificio che hanno dato per il Paese”.

I MEDICI DI FIRENZE: “NUOVA ONDATA? NON LASCIATECI SOLI”

Medici e infermieri “in previsione di una possibile seconda ondata, non dico probabile, chiedono sicuramente che siano stoccati a sufficienza i dispositivi di protezione individuale e sia data e mantenuta un’organizzazione del territorio, che è migliorata in questo periodo”. Lo sottolinea all’Agenzia Dire Teresita Mazzei, presidente dell’Ordine dei medici di Firenze, in rappresentanza della Federazione nazionale ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, dal chiostro della basilica di Santa Croce.

“Il medico di famiglia, infatti, non è più solo: dai primi giorni di aprile- spiega- sono state individuate delle unità sanitarie di continuità assistenziale, quindi sono stati assunti giovani medici in prevalenza e infermieri, che vanno tuttora a domicilio a fare tamponi, a visitare pazienti in quarantena, a prestare la propria opera in un territorio che sicuramente, di fronte l’ondata pandemica, ha dimostrato delle criticità e delle insufficienze“.

In questo senso, aggiunge rivolgendosi alla politica, “serve quindi una maggiore organizzazione e il medico di famiglia non va lasciato solo”. Ma è necessario anche “attrezzare gli ospedali, covid e non covid con percorsi ben differenziati. Perché nell’emergenza questi percorsi sono stati attuati in itinere e in momenti di pericolo. Per questo avere strutture che possono prendere e accettare i pazienti covid e altri covid free sarà indispensabile in un prossimo futuro”.

Soffermandosi, infine, nel memoriale, aggiunge: “Provo un sentimento di gratitudine, di grande orgoglio, perché questa iniziativa è veramente unica per ricordare i nostri colleghi, che, con impegno e abnegazione, hanno prestato la propria opera fino all’estremo sacrificio“.

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