Coronavirus, al Senato tutti (o quasi) pazzi per Draghi: Pd e M5s tacciono
- Alfonso Raimo
- 26/03/2020
- Politica
- a.raimo@agenziadire.com
Applausi dal Senato per l'ex presidente della Bce dopo il suo invito ad affrontare la crisi con un aumento del debito pubblico Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print
ROMA – Tutti pazzi per Draghi. O quasi. Il nome dell’ex governatore della Bce esce dal ristretto circolo dei retroscenisti e si materializza nel Senato della Repubblica dove al cospetto del premier Giuseppe Conte va in scena un ringraziamento collettivo che nei toni e nei modi suona quasi come un’investitura ex ante.
La premessa sono le parole di Draghi al Financial Times. A partire dall’invito agli stati a far leva sul debito pubblico, come in tempo di guerra. “La perdita di reddito non e’ colpa di chi la soffre. Il costo dell’esitazione potrebbe essere irreversibile. La memoria delle sofferenze degli europei negli anni 1920 sono un ammonimento“, ha detto Draghi raccogliendo il plauso di quasi tutto l’emiciclo.
Da Loredana De Petris ad Anna Maria Bernini, passando per Pierferdinando Casini, Matteo Renzi e finanche Matteo Salvini, Draghi e’ stato evocato a piu’ riprese.
A farlo con particolare e inatteso trasporto il leader della Lega: “Mi si permetta di ringraziare il presidente Draghi per le sue parole. E’ caduto il mito del non fare debito. Draghi dice che si puo’ fare debito ma non per assistenza. Benvenuto presidente Draghi. Ci serve l’aiuto di tutti e anche il suo. Sono contento di questa intervista e di quello che potrebbe nascere da questa intervista”.
Un’inedita levata di scudi, soprattutto se si ricorda che Salvini non molto tempo fa definiva Draghi “un italiano complice di quell’Unione europea che sta massacrando gli italiani”. Ora il giudizio si e’ capovolto.
Vicino a Draghi lo e’ sempre stato invece Matteo Renzi, che anche oggi non lesina apprezzamenti nei confronti dell’ex governatore europeo. Lo fa, tuttavia, rivolgendosi direttamente al premier. Un consiglio da buon amico, forse. “Mario Draghi le indica la strada, quando dice che certo bisogna fare debito ma bisogna farlo per dare liquidita’ alle piccole e medie imprese perche’ rischiano di morire”, dice Renzi, che raccoglie idealmente il testimone da Casini, secondo il quale le parole di Draghi sul debito “danno un indirizzo di politica finanziaria all’Europa”.
Annamaria Bernini di Forza Italia e’ la piu’ entusiasta. “Draghi ha titolo per essere evocato perche’ e’ quel signore che ha salvato l’euro e in tasca ha una serie di soluzioni che dobbiamo condividere. Dobbiamo avere coraggio e innestare potenti dosi di liquidita’ nelle nostre imprese e ai cittadini. Da sempreDraghi ce lo ha mostrato”, dice la capogruppo azzurra.
Nella selva di elogi finisce per fare ancora piu’ rumore il silenzio di chi non cita affatto l’ex governatore della Bce. Cosi’ Isabella Rauti di Fdi, che chiede a Conte di difendere l’Italia “da questa Europa, dalla dittatura economica del Mes, dalla Trojika strozzina”.
E tacciono anche Andrea Marcucci del Pd – forse per non esporre il partito, dove la questione e’ oggetto di un dibattito franco e serrato – e il capogruppo pentastellato Gianluca Perilli, che mette in chiaro: “Le soluzioni per l’Italia, come gli eurobond, vanno trovate nell’ambito del bilancio europeo. No al Mes, perche’ comporterebbe condizioni inaccettabili per l’Italia”.
Resta non detto tra i pentastellati il timore che con Draghi l’Italia si porti la trojka in casa. E’ ancora presto dunque per dire se un eventuale governo di responsabilita’ nazionale guidato da Draghi avrebbe i numeri nella Camera piu’ ostica, Palazzo Madama. Molto dipendera’ dalle inclinazioni personali e dall’evolvere della situazione. Anche per questo in molti, a partire dalla maggioranza, continuano a ipotizzare che per l’ex presidente della Bce sia meno tortuosa la strada che porta al Colle piu’ alto.
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