Coronavirus, all’Umberto I di Roma reclutato il primo paziente per ozonoterapia

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Primario: "Bilancio pari su chi entra ed esce da ps" Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print

ROMA – Al Policlinico Umberto I abbiamo gia’ iniziato a sperimentare l’ozonoterapia per provare a migliorare la respirazione di chi e’ affetto da Covid-19. Il protocollo e’ stato approvato e stiamo reclutando oggi il primo caso”. Lo fa sapere all’agenzia Dire il dottor Francesco Pugliese, direttore della UOC di Anestesia e Rianimazione B al Policlinico Umberto I di Roma, interpellato sul tema. “Dalla Cina sull’ozonoterapia, in alcuni casi, sono arrivati dati disordinati- ha proseguito Pugliese- ma sicuramente ci sono dei segnali positivi. Noi ora andiamo con i piedi di piombo, perche’ non abbiamo la pretesa di dire che abbiamo trovato una terapia efficace. Vogliamo verificarla ed eventualmente validarla”.

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All’Umberto I, intanto, si e’ arrivati ad una fase di “relativa tranquillita’”. Ha spiegato il primario: “Il sistema ormai ha un’organizzazione funzionale, per cui i percorsi sono ormai stati ben definiti grazie ad un’adeguata disponibilita’ di posti letto che siamo riusciti a mettere in campo durante le fasi di maggior crescita del numero dei contagi. Siamo riusciti fin dall’inizio a dare una buona risposta, ma ora c’e’ una situazione, tra virgolette, normale”. I posti letto sono per l’emergenza stati incrementati “quasi quotidianamente, arrivando oggi ad un volume di oltre 200 posti letto. Per quanto riguarda gli accessi al pronto soccorso- ha fatto sapere Pugliese diciamo che siamo ad un bilancio pari tra quelli che entrano e quelli che escono”.

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Il Policlinico, per assicurare turni no stop, ha assunto inoltre diversi giovani medici. “Stanno firmando i contatti proprio in questi giorni- ha detto Pugliese- e, in questo momento di estremo dramma che stiamo vivendo, uno degli elementi piu’ positivi e’ vedere dei giovani colleghi che con entusiasmo stanno approcciando a questa ‘avventura’”.

Pugliese, che e’ anche il direttore della Scuola di Specializzazione di Anestesia e Rianimazione della Sapienza di Roma, ha fatto sapere nello specifico che “gli studenti del quarto e quinto anno, complessivamente piu’ di 50, sostanzialmente hanno gia’ firmato tutti i contratti e hanno iniziato a lavorare non solo qui al Policlinico, ma anche allo Spallanzani, all’Ifo e a Frosinone, mettendosi a disposizione su tutto il territorio”.

Ma ci voleva un’emergenza per sbloccare il grosso limite del turnover?

“In realta’ gia’ c’erano stati dei primi segnali di ‘movimento’- ha risposto- prima che scoppiasse l’emergenza Coronavirus, avevamo gia’ avuto l’autorizzazione come Policlinico all’incremento di 19 unita’ per anestesisti e rianimatori. Lo sblocco gia’ c’era stato, insomma, ma i tempi burocratici sarebbero stati completamente diversi”.

Almeno c’e’ di buono che nell’emergenza il sistema sanitario funziona…

“Assolutamente si’- ha risposto ancora Pugliese- siamo stati fortunati ad avere avuto queste due settimane di tempo in piu’, che sembrano poche e invece sono state tantissime, per permetterci di accelerare un processo di adeguamento- ha concluso- che avevamo gia’ iniziato dalla fine di gennaio”.

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