Coronavirus, Bentivogli (Cisl): “L’industria riparta quando sarà garantita la sicurezza”

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Il segretario della Fim Cisl, Marco Bentivogli, intervistato dalla 'Dire' Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print

ROMA – “Il guaio e’ che avevamo gia’ avuto un 2019 devastante per tutto il settore automotive europeo, la ripartenza la dobbiamo riorganizzare perche’ bisogna lavorare subito per una ripartenza con fabbriche sicure. Ieri abbiamo avuto un incontro con l’amministratore delegato di FcA Pietro Gorlier ci ha confermato che la partenza avverra’ dopo il 16 aprile”. Lo sottolinea il segretario della Fim Cisl, Marco Bentivogli, intervistato dalla ‘Dire’.

Per il sindacalista bisogna cogliere “una lezione fondamentale da questa fase, cioe’ che le industrie piu’ sostenibili sono quelle piu’ forti e meno perturbabili dagli shock, le industrie innovative sono piu’ sostenibili perche’ usano molto lo smart working e lo spazio che si libera va guadagnato per avere postazioni piu’ distanziate nelle produzioni”.

“Nel 2020- continua il leader dei metalmeccanici della Cisl- avere lavoratori a distanza di meno di un metro e’ inaccettabile, bisogna costruire luoghi di lavoro che siano strutturalmente diversi. Ora abbiamo 15 giorni in cui da subito dobbiamo partire con dei cantieri di riorganizzazione del lavoro delle imprese”.

BENTIVOGLI: ALLARME PREFALLIMENTI, EFFETTO DEVASTANTE SU IMPRESE

“Sicuramente bisogna fare qualcosa in piu’ ma questo non e’ il momento di fare polemiche, e’ il momento di dare ognuno il proprio contributo, spingendo tutti nella stessa direzione”. Lo sottolinea il segretario della Fim Cisl, Marco Bentivogli, intervistato dalla ‘Dire’ sui provvedimenti del governo, osservando che “c’e’ un problema che riguarda la tutela dei lavoratori che sono in molti casi a casa e hanno bisogno di ammortizzatori sociali”.

“Su questo l’accordo fatto con l’Abi- osserva il sindacalista- va nella giusta direzione, speriamo che sia efficace dal punto di vista pratico perche’ ci sono milioni di lavoratori che aspettano questi provvedimenti”.

Poi, continua, Bentivogli, “bisognera’ fare molto per le linee di credito da garantire alle imprese, perche’ molte aziende ci segnalano situazione di prefallimento. Se la crisi del 2018 ha fatto sparire il 25% del tessuto industriale, questa crisi nella migliore delle ipotesi ne fara’ sparire il 18%, nella peggiore il 34%, quindi il rischio vero e’ che accumulando questi due effetti l’effetto sara’ devastante per il nostro paese”.

Rispetto al ruolo dell’Europa “bisogna essere molto esigenti: serve un’Europa solidale con tutti gli stati membri, perche’ nessuno e’ colpevole del contagio. Accanto a questo- conclude Bentivogli– c’e’ il grande tema della burocrazia: bisogna ripartire sconfiggendo la burocrazia italiana e la lungaggine delle tempistiche per far ripartire anche le infrastrutture”.

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