Coronavirus, Boccia: “La mascherina deve essere come il casco sul motorino”

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francesco boccia

Il ministro degli Affari regionali ritiene "fuori luogo ipotizzare nuovi lockdown" e sulla didattica a distanza aggiunge: "In questo momento non è sul tavolo"

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ROMA – “Oltre il 75% dei contagi di quest’ultima fase è avvenuta in famiglia o per effetto del tempo libero, non possiamo permettercelo e non sarebbe nemmeno giusto che l’aumento dei contagi fosse determinato dal tempo libero, perciò siamo intervenuti. La raccomandazione delle mascherine anche in casa quando si è con persone non conviventi è una raccomandazione, ma vorrei che fosse chiaro a tutti, la mascherina ormai dobbiamo utilizzarla come il casco sul motorino”. Così a Start, su Sky TG24, il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia.

“Le Regioni- spiega il ministro- hanno il potere di fare misure più restrittive sui propri territori. Se c’è un focolaio improvviso in un’area possono intervenire in tempo reale e con l’aiuto dello Stato. Se c’è necessità di agire ancora più puntualmente lo facciamo. In questo momento credo sia fuori luogo ipotizzare lockdown o chiusure tra regioni”.

“Ogni decreto- aggiunge- è il risultato di un confronto intenso e lungo che ha un comune denominatore, e per questo ringrazio le regioni e gli enti locali che hanno dato un contributo sempre costruttivo. Il comune denominatore è la difesa della salute e la protezione della vita. Siamo in una fase nuova, perché il Paese è a pieno regime, abbiamo 10 milioni di persone che tra le 7 e le 7.50 si mettono in movimento e 8 milioni e mezzo circa restano negli stessi ambienti, le scuole. L’Italia è a pieno regime e il covid c’è. Era necessario mettere a punto misure che ci consentissero di far tenere il sistema dei trasporti, di proteggere lavoro e scuola”.

Secondo Boccia “La riduzione dei tempi di quarantena e il via libera a molti test certificati dai Paesi del G7 sono un aspetto importante del Dpcm: ridurrà le file, ridurrà la pressione sulla cintura che è stata costruita in questi mesi e che a marzo e aprile era più debole, il sistema di prevenzione territoriale è sempre più rafforzato. Le file non dovranno esserci più e anche nelle scuole i test dovranno essere immediati”.

Per quanto riguarda la scuola “Sappiamo che la didattica a distanza è sempre utilizzabile, viene utilizzata anche per rafforzare l’attività opzionale pomeridiana, però in questo momento non è sul tavolo. Tutti gli sforzi che stiamo facendosono per difendere il lavoro e la scuola. Le Regioni non potranno muoversi in autonomia, le modalità con cui funzionano le scuole sono decise dallo stato centrale. Abbiamo modificato norme che prevedevano l’organizzazione di alcuni servizi pubblici e lo abbiamo fatto insieme, dove c’era legislatura concorrente abbiamo lavorato insieme, l’organizzazione delle scuole inevitabilmente passa attraverso una valutazione dello Stato, poi Comuni e Province ci hanno aiutato tantissimo nell’attuare norme che abbiamo approvato e messo nella disponibilità delle scuole tante risorse che servono a potenziare le strutture logistiche. Ma la scelta della didattica a distanza o meno è una scelta del governo centrale e del ministro Azzolina”.

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