Coronavirus, Brusaferro (Iss): “Segnali positivi ma non illudiamoci”

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"A pasqua non aggreghiamoci, o la curva riprenderà a salire" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – “La curva dei contagi ci mostra chiaramente una situazione di decrescita. È un segnale positivo che pero’, come ci siamo sempre detti, non deve farci abbassare la guardia”. Lo ha detto il presidente dell’Istituto superiore di Sanita’, Silvio Brusaferro, nel corso della conferenza stampa odierna sull’aggiornamento dell’andamento epidemiologico del Covid-19.

“I segnali positivi che stiamo vedendo in questi giorni- aggiunge Brusaferro- non devono farci abbassare la guardia. Questo vuol dire che le azioni intraprese sono importanti, ma questo non deve illuderci che la situazione si risolva“.

“Dobbiamo essere consapevoli che queste misure di distanziamento e di igiene personale sono assolutamente essenziali– ha proseguito- se vogliamo fare in modo che, una volta discesa, la curva questa possa continuare a mantenersi sotto la famosa soglia di R0 uguale a 1″.

A PASQUA NON AGGREGARSI, ANCHE SE TENTATI

Quest’anno a Pasqua non possiamo aggregarci. Anche se la stagione e’ bella- aggiunge Brusaferro- e saremmo tentati, dobbiamo controllarci. Dovremmo unirci negli affetti, ma mantenendo il distanziamento sociale”.

“Dopo Pasqua, al di la’ delle decisioni che saranno prese dal nostro governo- ha proseguito- l’obiettivo prioritario sara’ quello di mantenere i contagi sotto la soglia di R0 uguale a 1, altrimenti la curva riparte”.

La sfida nelle prossime settimane, ha infine aggiunto, sara’ quello di “riorganizzare la nostra vita salvaguardandoci il piu’ possibile, con le misure gia’ adottate di distanziamento sociale e igiene personale”.

ETÀ MEDIA DECESSI 80 ANNI, SOLO 32% DONNE

Per Brusaferro “si conferma il dato di letalita’: la fascia d’eta’ sopra i 70 anni paga un dazio molto elevato. L’eta’ mediana dei decessi e’ di 80 anni e sono colpiti soprattutto i maschi, mentre le donne rappresentano solamente il 32%”.

“Questi dati- ha spiegato Brusaferro- sono relativi ad un campione di decessi, parliamo di quasi 1.500 cartelle cliniche, che dal punto di vista epidemiologico pero’ sono rappresentative dell’intera popolazione”.

Le persone con molte patologie sono quelle piu’ a rischio mortalita’: quasi il 63% di chi e’ deceduto aveva piu’ di tre patologie” mentre “le morti avvengono dalle 2 alle 5 settimane dal contagio e questo significa che c’e’ un trascinamento molto lungo. Questa e’ anche una delle ragioni per cui continuiamo a vedere un numero di decessi importante”.

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