Coronavirus: con lo smart working una donna su tre lavora più di prima
Il video è una divertente parodia del più famoso filmato che ha fatto il giro del mondo e che vedeva un giornalista collegato da casa alle prese con i bambini che entravano nella stanza mentre lui era in diretta.
Questa parodia ha come protagonista una mamma e mai come in questi giorni la situazione è condivisibile!
Il video inizia in modo simile, con l’equivalente femminile di Robert Kelly Kate Wordsworth che risponde alle domande sulla crisi politica in Corea del Sud mentre entra sua figlia.
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La donna accoglie sua figlia in grembo, le da il latte e continua tranquillamente a parlare con il suo ospite della BBC. Quando il bambino entra, gli consegna un giocattolo.
La parodia continua quindi con la mamma che toglie il pollo arrosto dal forno, pulisce la toilette e persino disinnesta una bomba. E il finale è troppo divertente.
Smart Working con i figli a casa: è possibile?
Con lo smart-working una donna su tre lavora più di prima. Lo rivela la ricerca #IOLAVORODACASA condotta da Valore D con l’obiettivo di analizzare come è cambiato il lavoro in Italia con l’emergenza coronavirus.
L’indagine fatta su un panel di oltre 1300 lavoratori, dipendenti, e non solo, di multinazionali e Pmi. Gran parte delle aziende hanno fatto ricorso al lavoro a distanza per tutelare la salute dei dipendenti e dare continuità al proprio business. Oltre il 93% degli intervistati sta infatti lavorando da casa.
I RISULTATI
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Il rischio per le donne è che lo smart working si traduca in extreme working. Dall’analisi risulta che il 60% delle intervistate era già abituato a lavorare in modalità lavoro agile, con flessibilità di orario e spazi. Ma l’ufficio in casa richiede una grande disciplina personale, una postazione di lavoro tranquilla e isolata, orari determinati. E non è facile ritagliarsi spazi, tempo e tranquillità se accanto c’è chi studia, chi lavora e chi gioca. Le donne faticano a trovare un equilibrio tra lavoro e vita domestica e sono più impegnate di prima. Gli uomini se la cavano meglio, uno su cinque ammette di trovare difficoltà e di sentire un carico maggiore di prima.
«La ricerca conferma che la responsabilità della cura famigliare continua a gravare in prevalenza sulle donne che, soprattutto in questa situazione di emergenza, fanno fatica a conciliare la vita professionale con quella personale. Sarebbe invece auspicabile che proprio momenti di crisi come questi potessero aiutare a sviluppare una maggiore corresponsabilità genitoriale che alleggerisca la donna dal duplice carico famigliare e professionale», commenta Barbara Falcomer, direttrice generale di Valore D, l’ associazione di imprese in Italia 200 ad oggi, per un totale di più di due milioni di dipendenti che da dieci anni si impegna per l’equilibrio di genere.
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