Coronavirus, Crimi (M5s): “Eurobond unica alternativa, la competenza sulla sanità torni allo Stato”

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Il capo politico del MoVimento 5 Stelle, Vito Crimi, in un'intervista al quotidiano La Repubblica Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – “Credo ci siano poche alternative all’emissione di un bond comunitario a valle di una massiccia iniezione di liquidita’ da parte di Bce e Bei, ma e’ difficile che un’intesa possa gia’ raggiungersi martedi’. Le iniziative messe in campo dalla Commissione come il Sure per la disoccupazione e le aperture di alcuni politici in Germania e Olanda dimostrano che ci sono margini, ma occorre tempo per far capire a tutti che l’Europa e’ una comunita’ di destino“. Cosi’ il capo politico del MoVimento 5 Stelle, Vito Crimi, in un’intervista al quotidiano La Repubblica.

“Noi- prosegue- eravamo euro-critici, non euro-scettici. Avremmo preferito che l’Unione nascesse su principi comuni come lavoro e diritti, prima che sulla finanza. E’ la crisi politica di oggi a provare che l’Unione fondata sulla moneta unica e’ insufficiente”.

“In questo momento- prosegue Crimi- stiamo gia’ facendo da soli: avendo tolto i vincoli di bilancio, siamo gia’ andati a debito per 25 miliardi e di piu’ faremo col prossimo decreto. L’Italia intende condividere i rischi di questo tsunami con i nostri partners europei, ma se qualcuno decide il contrario, si assumera’ l’onere di far affondare l’Europa”.

E sul Mes e la preoccupazione che qualcuno del governo potesse appoggiarlo spiega: “Prima dell’Eurogruppo avevamo questa preoccupazione e l’abbiamo fatta trapelare. Il nostro problema e’ che non sapevamo cosa stesse accadendo in alcuni tavoli. Avevamo l’impressione che ci fosse una facile adesione ai meccanismi del Mes. Ci siamo ricreduti quando abbiamo visto che fra Conte e Gualtieri c’era accordo. A volte basta una telefonata per chiarirsi. Con i ministri dem il confronto non e’ mai venuto meno”.

Crimi spiega poi che “E’ una delle nostre battaglie storiche togliere la tutela della salute dall’art.117 della Costituzione come materia concorrente. Pensi a cosa sta accadendo in questi giorni: Brescia ha chiesto di creare un polmone per l’ospedale, lo Stato ha stanziato 8 milioni, ma la regione Lombardia ancora non decide. E a Bergamo l’hanno dovuto costruire gli alpini”.

E in merito a una cabina di regia per la fase 2 di gestione del coronavirus spiega: “Credo che spetti a Palazzo Chigi mettere in piedi una task force. Ma non come quella ipotizzata ieri da una falsa agenzia Ansa, che parlava di Cassese e Amato come possibili componenti. Quando l’ho letta, prima di scoprire che era un fake, ho pensato: stiamo scherzando? La task force dovra’ essere fatta da gente che sa cosa sta accadendo nel paese, professionisti, imprenditori. Non serve l’accademia, ma capacita’ di innovare, immaginare il futuro. Questa epidemia ha reso inservibili i paradigmi del passato”.

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