Coronavirus, Da Empoli (Icom): “Stime pil preoccupanti, urge pompare liquidità nel sistema”

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Lo dice Stefano Da Empoli, presidente Icom, in una videointervista con l'Agenzia Dire Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – I dati di Confindustria che parlano di un -6% di PIL qualora si riprendesse a maggio “sono molto preoccupanti. Nell’annus horribilis 2009 ci fermammo al 5% e da allora non abbiamo piu’ recuperato il livello precedente al 2008-2009″. Lo dice Stefano Da Empoli, presidente Icom, in una videointervista con l’Agenzia Dire.

“La mia sensazione, guardando altre stime piu’ pessimistiche provenienti dall’estero, e’ che forse quella stima e’ anche ottimistica perche’ presuppone una riapertura completa delle attivita’ produttive tra fine maggio e inizio giugno, e una ripartenza totale da luglio. Ma nessuno di noi sa dire se e’ una prosettiva realizzabile. Poi- prosegue- bisognera’ capire se questa situazione non lasci morti e feriti sul campo. Si presuppone che il 100% delle attivita’ potra’ ripartire, ma quanti potranno farlo? Magari non avranno avuto quella liquidita’ necessita per fare da ponte in questo periodo”.

Il primo stanziamento del governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus “e’ arrivato abbastanza presto ma si capi’ subito che c’era bisogno di un intervento piu’ energico, come poi c’e’ stato nelle settimane successive- conclude- ho l’impressione che questo freno tirato dipendesse dall’evoluzione del dibattito europeo e tuttora in parte dipende ancora da quello. Poi conta anche la velocita’ con cui i soldi, come prestito o altre forme di contributo, affluira’ nelle casse delle imprese”.

“L’innovazione puo’ essere certamente una leva per ripartire” dopo l’emergenza coronavirus, continua Da Empoli, presidente Icom, in una videointervista con l’Agenzia Dire.

“E’ stato un colpo di frusta molto violento per l’Italia, che non era molto preparata alla rivoluzione digitale. Questa puo’ essere l’occasione per ripartire successivamente con piu’ esperienza. Ma richiede anche un piano un po’ piu pensato per il futuro“, aggiunge.

I problemi in Europa, osserva poi Da Empoli, “non arrivano tanto da Bruxelles, ma da altre capitali, in particolare Paesi che hanno come riferimento la Germania che in alcuni casi sono anche piu’ duri dei tedeschi come Olanda e Finlandia. Spero negli aiuti dell’Europa, perche’ e’ in momenti di crisi che l’Ue ha fatto passi avanti“.

Per il presidente Icom “questa crisi non e’ dovuta ai vizi di qualcuno come poteva essere per il debito sovrano. Dobbiamo essere realistici e concreti su quello che dobbiamo attenderci dall’Europa. Vanno fatti molti sforzi in piu’ rispetto alle posizioni assunte da Germania e Olanda nell’ultimo vertice europeo. Occorre pero’ anche operare sugli strumenti esistenti, occorre far presto”.

Da Empoli pensa ad un combinato disposto per interventi in campo alla Commissione, alla Banca europea degli investimenti e ad un Mes “molto rivisto rispetto ad oggi. Possono essere una base importante con obiettivi ambiziosi”, conclude.

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