Coronavirus, giovani medici: “L’emergenza non sia un’occasione per sfruttarci”
- Nadia Cozzolino
- 23/03/2020
- Campania, Giovani, Sanità
- n.cozzolino@agenziadire.com
Emanuele Spina dell'associazione italiana giovani medici spiega perchè 4 specializzandi hanno rifiutato la proposta di assunzione dell'Asl Napoli 1 Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print
NAPOLI – “Si sta cercando di approfittare di questa situazione. Ai giovani medici viene proposto un contratto di lavoro autonomo di tipo Co.co.co., non viene garantita nessun tipo di tutela. Secondo la proposta di assunzione dell’Asl dovremmo essere lavoratori autonomi, rispondere di tutto quello che facciamo, non avere, ad esempio, tutele infortunistiche e della responsabilità professionale”. Emanuele Spina della segreteria dell’associazione italiana giovani medici racconta alla Dire le ragioni che hanno spinto quattro giovani specializzandi a rifiutare la proposta di assunzione formulata dall’Asl Napoli 1.
In una nota del direttore generale Ciro Veroliva si informava infatti del diniego dei quattro anestesisti ad essere assunti per sei mesi a causa di “un trattamento economico inferiore alla loro aspettativa, cioè essere pagati per ogni singola ora di lavoro“. La proposta dell’Asl prevedeva un contatto di lavoro autonomo di durata semestrale con un compenso economico equiparato a quello di dirigente medico.
“Sono molto amareggiato – si legge nella nota del dg dell’Asl – e dispiaciuto che in un momento difficile per il nostro Paese tali lavoratori, anzichè correre alle armi, pongano una questione economica al rialzo”. “Nel compenso ai dirigenti medici – spiega Emanuele Spina – concorrono altre indennità e chiaramente, scorporando queste voci, il compenso è diverso. Si dice che vengono pagati lo stesso, ma non è così. Si sfrutta un vuoto normativo per assumere giovani medici, pagarli meno, non tutelarli, proporre un contratto da lavoratore autonomo che non sarà rinnovato“. L’associazione Sigm chiede “un contratto a tempo determinato. Cioè – sottolinea Spinta – non più soldi ma tutele e la possibilità di iniziare un percorso all’interno di un ospedale”.
ANAAO ASSOMED: “QUESTA GUERRA NON HA BISOGNO NÉ DI MARTIRI NÉ DI EROI, MA DI BUON SENSO”
I quattro medici che hanno rifiutato il contratto sono già impegnati in affiancamento formativo nelle unità di terapia intensiva dedicata a pazienti Covid nel servizio di Anestesiologia dell’azienda universitaria Federico II di Napoli. “Stanno facendo la loro parte, sono stati loro stessi a fare domanda. Dire che ‘bisogna mandarli al fronte’ – precisa – vuol dire farli lavorare per sei mesi, e la nostra sanità resterà quella di prima: pochi medici, poche strutture e inadeguate. Sfruttare i giovani medici adesso, per tornare domani alle stesse condizioni di prima”. La Sigm Napoli ha voluto esprimere “rammarico per il lessico utilizzato e per la gogna mediatica che stanno subendo in queste ore i colleghi” e hanno lanciato una mail bombing diretta al direttore generale dell’Asl Napoli 1 chiedendo la garanzia di un contratto a tempo determinato. In una nota della segreteria regionale anche l’Anaao Assomed si dice “attonita rispetto al livello di comunicazione utilizzato, lesivo della privacy. I toni della nota in oggetto non riteniamo favoriscano la risoluzione della carenza di organico della quale soffriamo da anni, ma peggiora un clima già molto teso. Esprimiamo solidarietà ai colleghi specializzandi, i quali potranno intraprendere ogni iniziativa in loro tutela, nelle sedi adeguate. Questa guerra – sottolinea l’Anaao – non ha bisogno nè di martiri nè di eroi, ma solo di buon senso, che sembra essersi perduto”.
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